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Immagine del redattoreLuca Baj

Plastica e inquinamento, agire per l’ambiente

La produzione mondiale annua di plastica si incrementa di anno in anno, dal 1954 che si producevano 1,7 milioni di tonnellate si è passato ad una produzione di oltre 310 milioni di tonnellate. Sicuramente sono cambiati i metodi di smaltimento della plastica, ma comunque tra il 1950 e il 2015 solo il 9% dei rifiuti di plastica è stato riciclato. Secondo quanto affermato da Stefano Aliani, ricercatore per l’Ismar-Cnr in Italia, il problema maggiore non riguarda tanto la produzione ed il relativo consumo di plastica, ma soprattutto il suo smaltimento. E quello che è più serio è sicuramente rappresentato dai rifiuti di plastica smaltiti in modo inadeguato, gestiti attraverso discariche aperte e non controllate che rischiano di contaminare l’ambiente, in particolare gli oceani. In un’analisi condotta da Jambeck nel mettere a confronto diversi Paesi nella gestione dei rifiuti mal gestiti si nota come il Paese in testa alla classifica resta sempre la Cina e, tutta l’Asia orientale e il Pacifico. Risulta evidente che le principali fonti di inquinamento globale della plastica sono i Paesi a medio e basso reddito che a causa della mancanza di sistemi di gestione dei rifiuti plastici, non hanno la possibilità di smaltirli in modo efficiente. Intanto a livello europeo, il Parlamento ha approvato nel 2019 una direttiva che vieta entro il 2021 l’utilizzo di articoli di plastica monouso quali piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati. Un importante passo avanti che mira a responsabilizzare i singoli Stati membri verso un problema comune.

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