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Immagine del redattoreLuca Baj

Federal Reserve, inflazione strategica per disoccupazione bassa

Jerome Powell, presidente della Fed, annuncia il cambio di strategia per la banca centrale statunitense. L’obiettivo è rilanciare l’economia in crisi e puntare all’occupazione. Più precisamente, il Federal Reserve System, tollererà un’inflazione più alta pur di tenere bassa la disoccupazione. La banca centrale americana, ha approvato all’unanimità la nuova strategia concludendo la fase precedente basata su un approccio più tradizionale e durata più di trent’anni, in cui di volta in volta i tassi di interesse venivano alzati preventivamente ogni volta che era considerato necessario per evitare l’aumento dell’inflazione. L’annuncio è stato dato direttamente dal presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, durante il suo discorso al convegno annuale di economia politica a Jackson Hole, che si svolge nel Wyoming e in cui sono presenti tutti i principali banchieri del mondo. Quest’anno l’evento si è svolto in videoconferenza a causa del Covid-19. L’intento delle banche centrali è quello di agire sui tassi di interesse in relazione all’andamento dell’economia del proprio paese e una fase di contrazione della crescita o di recessione viene solitamente accompagnata dal calo dei tassi di interesse, in modo che per banche, aziende e persone sia più facile ottenere soldi in prestito. Mentre durante una fase di crescita economica, si svolge esattamente il contrario, cioè di solito è accompagnata da un rialzo dei tassi di interesse per evitare di arrivare a un aumento dell’inflazione, cioè a un aumento generalizzato dei prezzi. In sintesi, la nuova strategia annunciata da Jerome Powell, la banca centrale americana accetterà una crescita dell’inflazione più alta, diversamente dal passato, con l’unico obiettivo di tendere alla piena occupazione. I tassi di interesse statunitensi, sono ormai da anni ai minimi storici, e secondo questa nuova strategia improntata sul rialzo dell’inflazione, potrebbe passare molto tempo prima che la Fed decida di aumentarli. Il presidente Powell, ha inoltre affermato che i cambiamenti si devono a quello che la Fed ha imparato negli ultimi anni, e come l’inflazione non sia aumentata, mentre in teoria sarebbe dovuto accadere, quando l’occupazione è salita a livelli massimi e la disoccupazione è scesa a livelli storici molto bassi. Powell ha inoltre aggiunto che il cambio di strategia economica riflette l’attuale opinione della banca centrale, che in un mercato del lavoro solido può essere sostenuto senza causare un’epidemia di inflazione. Proprio un anno fa, ad agosto, nello stesso meeting di Jackson Hole nel Wyoming, il governatore uscente della Bank of England, Mark Carney, affermò, con un discorso che fece scalpore, che la dipendenza del mondo dal dollaro Usa non era più sostenibile, invitando il Fmi ad aprire la strada verso un nuovo sistema monetario e finanziario internazionale basato su più valute o su una moneta globale digitale. Infatti, l’annuncio che cambieranno gli obiettivi della politica monetaria americana avrà delle conseguenze confermando che stiamo entrando in un territorio nuovo, perché appare evidente che ci si allontana dall’idea che sia necessario un coordinamento internazionale delle politiche macroeconomiche, monetarie in primo luogo, diventa quindi importante il problema posto da Marc Carney, che è difficile contenere squilibri globali se come moneta internazionale è usata una valuta nazionale che riflette le esigenze di politica interna del paese emittente. Soprattutto se non vi è un esplicito o implicito coordinamento internazionale.

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