Abusi edilizi minori: verso una possibile sanatoria
Il ministero delle Infrastrutture sta considerando l'introduzione di un provvedimento di salvataggio edilizio per risolvere le irregolarità presenti negli immobili italiani. Queste irregolarità sono classificate in tre livelli: quelle di natura formale, come errori di rappresentazione nel progetto che non corrispondono alla realizzazione effettiva; le difformità interne, come modifiche non dichiarate avvenute nel corso degli anni, come spostamenti di tramezzi o aperture di porte; e le difformità più gravi, che attualmente non possono essere sanate a causa delle rigide normative esistenti. L'obiettivo di questo provvedimento è legittimare interventi ormai consolidati nel tempo, che altrimenti bloccano la circolazione e la ristrutturazione degli immobili, congestionando le pratiche burocratiche comunali. Si precisa che non si tratta di edifici radicalmente abusivi, ma di piccoli interventi come muri, finestre, soppalchi, e altre strutture che presentano difformità rispetto ai titoli che ne hanno autorizzato la realizzazione.
Il primo livello di irregolarità riguarda gli errori formali nel progetto, che spesso creano disallineamenti tra il progetto approvato e la realizzazione effettiva. Questi errori sono particolarmente comuni negli interventi realizzati prima del 1977, data in cui non era possibile apportare modifiche durante la costruzione, portando ad una discrepanza tra ciò che è stato progettato e ciò che è stato effettivamente realizzato. Il secondo livello coinvolge modifiche interne non dichiarate negli anni, come la creazione di stanze aggiuntive o lo spostamento di tramezzi, che oggi rappresentano difformità rispetto al progetto originale. Queste modifiche, anche se non sempre documentate, diventeranno soggette a sanatoria, contribuendo a semplificare le procedure burocratiche e consentendo la regolarizzazione di migliaia di piccoli interventi edilizi.
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