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Daniel Piscitelli

AI Act e il futuro della privacy nelle società

Avv. Elena Albricci - Studio Legale JLC


L’utilizzo dell’intelligenza artificiale per il trattamento dei dati e per la creazione di processi di decisione automatizzata basati sull’elaborazione algoritmica di dati ha portato il Legislatore Europeo a dover delineare un quadro normativo volto ad uniformare i sistemi di intelligenza artificiale ai valori ed ai diritti sanciti dall’Unione Europea, compreso il diritto alla privacy.

Il Parlamento Europeo, infatti, ha recentemente approvato la bozza dell’Artificial Intelligence Act, ovvero, la prima regolamentazione sull’Intelligenza Artificiale che istituisce un quadro giuridico uniforme volto a regolare lo sviluppo, la commercializzazione e l’uso di questo tipo di tecnologie.

Come per il GDPR, anche dopo l’entrata in vigore dell’AI Act verrà concesso un periodo di circa due anni per consentire alle società di uniformarsi a tale normativa. Le imprese, infatti, dovranno individuare i rischi che possono ingenerare gli strumenti di AI ed essere in grado di rispettare i diritti fondamentali delle persone, compreso il diritto alla privacy, evitando discriminazioni o manipolazioni indebite.

Si tratta di due argomenti strettamente legati: spesso la tecnologia viene in aiuto soprattutto per la gestione, archiviazione e trattamento dei dati. Basti pensare all’intelligenza artificiale applicata in ambito lavorativo per agevolare processi legati alla valutazione della performance dei lavoratori o alla selezione del personale.

Il legame tra l’AI Act e Privacy emerge anche dalle novità dell’ultima versione approvata, in particolare relativamente al divieto di utilizzo di sistemi di identificazione biometrica “in tempo reale” negli spazi pubblici e l’introduzione dell’obbligo di trasparenza per permettere l’individuazione delle aziende che sfruttano l’AI nella propria operatività. Considerato che si tratta di argomenti che stanno riscuotendo particolare interesse ed una forte crescita anche tra le PMI, ed alla luce del fatto che l’inosservanza di tale norma o la sua cattiva applicazione potrà esporre le società anche a sanzioni privacy, non resta che chiedersi se le società italiane riusciranno ad adeguarsi in tempo.

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