Credito alle aziende, nel 2023 risale la curva del tasso di default
di Michela Finizio Il Sole 24 Ore , Estratto da “PRIMO PIANO ”, p.3, 22 maggio 2023
Dopo anni di rischiosità in calo, torna a risalire la curva dei default nei crediti alle imprese. A confermare le previsioni pubblicate da Abi-Cerved alla fine del 2022, sono le analisi effettuate su un campione di quasi 20mila imprese con rating creditizio emesso da Cerved Rating Agency: i default creditizi rilevati nei primi quattro mesi del 2023 sono più che triplicati (aumentati di 3,6 volte) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. «Un aumento molto marcato - sottolinea l’amministratore delegato dell’agenzia di rating Fabrizio Negri - anche se i crediti deteriorati restano pochi e le imprese sono stabili». Il campione esaminato per Il Sole 24 Ore è differenziato per settore e dimensione e rappresentativo di oltre l’80% del fatturato complessivo delle imprese nazionali. Gli eventi di default registrati, più che triplicati rispetto all’anno precedente, si concentrano su piccole e medie imprese per oltre il 90% dei casi. «I dati riflettono il peggioramento delle condizioni di credito, cioè della capacità di ripagare il debito delle imprese italiane», commenta l’ad di Cerved Rating Agency. «Sono aumentate le tensioni alla luce di una serie di shock sequenziali (inflazione, prezzi energetici, tensioni geopolitiche, ndr) proprio nel momento in cui, dopo mesi di finanza emergenziale e moratorie, si attendeva la ripresa economica. E questo ha impedito di riassorbire i livelli di rischio», conclude Negri. Il trend, comunque, non intacca la solidità del credito alle imprese. La probabilità di default media del portafoglio di rating regolamentari resta stabile tra il 5,7 e il 5,8 per cento. Inoltre, l’agenzia di Cerved in circa mille rating actions effettuate negli ultimi quattro mesi ha confermato il 95% dei rating in essere, certificando una relativa stabilità del campione oggetto di valutazione. In merito al restante 5%, il 3,7% corrisponde a dei downgrade del rating - specialmente su imprese energivore - e l’1,3% a degl i upgrade . I dati dell’agenzia di rating confermano le aspettative espresse nell’ultimo Outlook Abi-Cerved, pubblicato a gennaio, in cui si rilevava che il tasso di deterioramento aveva toccato il 2,3% a fine 2022 (si veda il grafico in pagina). Nonostante il dato risultasse significativamente inferiore rispetto al periodo pre-Covid (2,9% nel 2019), nel 2023 l’outlook prevedeva un incremento del tasso di deterioramento del credito alle imprese al 3,8%, un livello che non si raggiungeva dal 2017, anche se ben lontano dai preoccupanti picchi registrati nel corso della crisi sovrana (7,5% nel 2012). Osservando l’identikit delle imprese più “a rischio”, nel 2023 il tasso di default potrebbe salire al 4% nelle micro-imprese e al 3,9% nelle costruzioni, il settore con il dato previsionale più elevato dopo agricoltura e servizi. L’Ance ricorda che «gran parte delle imprese impegnate nel superbonus sta subendo ritardi eccezionali nella liquidazione dei crediti, anche per importi considerevoli». Una situazione rischiosa soprattutto per le imprese minori, il cui patrimonio fatica ad assorbire i ritardi e le perdite dovute a prezzi cresciuti esponenzialmente negli ultimi mesi. Un’altra conferma arriva dall’ultimo «Studio Pagamenti 2023» realizzato da Cribis, società del gruppo Crif: nel quarto trimestre del 2022, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il tasso di default è rimasto stabile solo per le famiglie (all’1,2%), mentre è aumentato di 3 decimi per le famiglie produttrici (al 2%), di 4 per le società di persone (all’1,5%), e di 8 decimi per le società di capitali (al 2,4%). All’inversione della curva dei default creditizi, poi, si affianca un ulteriore segnale di peggioramento, anche se lieve, nella puntualità dei pagamenti: nel primo trimestre del 2023 l’incidenza dei pagamenti in grave ritardo (oltre i 30 giorni) sale al 9,5%, dal 9,1% del trimestre precedente; nel quarto trimestre del 2022 l’incidenza dei pagamenti puntuali si assesta al 40,4% del totale, in peggioramento - per la prima volta dal 2019 - di 3 decimi rispetto al trimestre precedente (in questo caso non sono disponibili i dati relativi al primo trimestre 2023). Anche in questo caso l’incidenza dei ritardi gravi (superiori ai 30 giorni) risulta massima per le micro-imprese (10% dei pagatori totali). In pratica i ritardi gravi nei pagamenti risultano quasi doppi rispetto al dato delle imprese maggiori.
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