Ecco come i beni della malavita rivivono per la comunità
Si parla poco dei beni confiscati alla criminalità organizzata, e si parla anche meno del grande lavoro che precede la ridestinazione di questi beni e del particolare valore simbolico del loro riutilizzo per finalità sociali o comunque assolutamente lecite. Di qui l’approfondimento al Festival dell’Economia intitolato “Criminalità: confisca, gestione e destinazione dei beni” nella Sala Depero del Palazzo della Provincia, con il ministro dell’Interno in dialogo con il giornalista Alberto Faustini.
Il percorso che ha portato a una vera e propria Agenzia impegnata nella ridestinazione dei beni confiscati parte dall’insegnamento di Giovanni Falcone di “seguire i soldi” per arrivare alla mafia e più in generale alle varie espressioni della criminalità organizzata.
Ma prima di arrivare a confiscare i beni, ha sottolineato il ministro, ci sono il grande lavoro, la professionalità e la dedizione delle forze dell’ordine e della magistratura. Poi i beni mobili e immobili, siano essi case, strutture, veicoli o aziende (le sostanze stupefacenti vengono distrutte) vengono ridestinati a scopi sociali a favore della comunità. Nuove destinazioni d’uso di alto valore simbolico, quindi, ma non mancano anche forme di riutilizzo da parte della Pubblica Amministrazione. In ogni caso, a monte c’è sempre una ratio affinché ciò che viene confiscato venga valorizzato.Più complesso è il recupero di aziende di matrice mafiosa, precedentemente solide solo grazie a dinamiche criminali. Sono fra i “salvataggi” di beni più delicati, perché è importante dimostrare che queste aziende possono restare in piedi ed essere floride anche nel solco della legalità, soprattutto mantenendo i livelli occupazionali per non far rimpiangere un “welfare mafioso”.E se qualcuno pensa che certe dinamiche riguardino solo il sud Italia, si sbaglia di grosso. Le strategie mafiose vengono applicate anche al nord, ha sottolineato il ministro; meno rumorose, meno violente ma non meno insidiose. Sono radicate nell’economia, che nel settentrione è anche più solida e più strutturata. Il nord è il bacino privilegiato del riciclaggio dei soldi della criminalità organizzata, ma con il lavoro d’indagine si colpiscono anche i criminali con i colletti bianchi.Il dialogo con il responsabile del Viminale non poteva non toccare anche il tema dell’immigrazione. Si assiste a un trend di calo degli sbarchi, frutto, secondo il ministro, di un particolare impegno nelle relazioni internazionali con i Paesi di origine e di transito dei migranti.
Il dialogo nella cornice del Festival si era aperto con il ricordo di Giovanni Falcone, vista anche la recente commemorazione delle vittime della strage di Capaci. Menzionando anche Paolo Borsellino, il ministro ha ricordato quei giorni come l’apice di un momento storico di grande cambiamento e acquisizione di consapevolezza.
Fonte: festivaleconomia.it
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