Economia circolare: dall'interconnessione con l'economia del mare fino alle nuove frontiere
Applicare l’economia circolare all’economia del mare è una necessità. Lo ha ribadito con forza il Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, intervenuto al Festival dell’Economia di Trento per porre l’attenzione sulla tutela e sulle azioni messe in campo per rilanciare il ruolo della cosiddetta “economia blu”. In particolare lavorando sul ruolo del mare stesso e di uno specchio d’acqua fondamentale per l’economia come il Mediterraneo, dove passa il 24% del commercio mondiale. Le due economie sono interconnesse, ha spiegato il Ministro, per un mare che in questo momento, se potesse, chiederebbe aiuto, trovandosi in una condizione patologica difficile nonostante iniziative, come l’accordo dell’Onu, volte a proteggerlo. Ma la sua economia si sta rilanciando in modo importante, ha aggiunto il Ministro, partendo dal sud Italia che ha cambiato approccio nei confronti del mare. E la crescita dell’“economia blu” ha visto incrementare di pari passo le attenzioni al tema ambientale e dunque all’economia circolare, con il riutilizzo delle imbarcazioni, delle tele e degli scarti ittici. Inoltre, ne è prova concreta anche il primo Piano nazionale del mare, ha concluso il Ministro, che non punta solo alla sua valorizzazione ma ad obiettivi molto più ampi.
Di economia circolare hanno poi parlato anche gli altri ospiti, Andrea Bombardi (global market development executive e vice presidente di RINA), Simona Fontana (direttore generale di Conai) e Simone Pompili (partner di Intellera Consulting), moderati da Ermete Realacci (presidente di Fondazione Symbola). “L’economia circolare, di fatto, è un nuovo business – ha spiegato Bombardi. – Con l’aumento della competitività e della digitalizzazione, questo processo porterà a nuovi posti di lavoro. Parliamo di una dinamica che permetterà di avere un profitto”. Ma per Pompili, al centro di tutto devono esserci le persone: “In Italia abbiamo oltre tre milioni di piccole imprese, ecco perché saper produrre in modo consapevole è fondamentale. E ricordiamoci che siamo primi in Europa per riciclo di componenti elettrici: dovremmo esserne orgogliosi”. L’intervento di Fontana si è concentrato invece sull’importanza della raccolta differenziata: “Un modello che, laddove applicato, permette di produrre investimenti e nuovi impianti, che sono la chiave del Made in Italy. Dunque, nel concreto, crea una vera e propria economia”.
Fra il pubblico vi era anche il presidente della Provincia autonoma di Trento.
Fonte: festivaleconomia.it
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