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Immagine del redattoreLuca Baj

Gomitolorosa, lana sociale e sostenibile

La lana da rifiuto speciale diventa risorsa solidale. Come? Grazie a Gomitolorosa, associazione no profit fondata a Biella nel 2012 da Alberto Costa, medico e chirurgo oncologo riconosciuto a livello internazionale per il suo contributo all'avanzamento nella cura dei tumori al seno. La realtà associativa che ha anche una sede a Roma, si occupa del recupero di lana italiana “sucida”, ovvero di scarto, che altrimenti verrebbe bruciata o abbandonata nei campi. Con questa materia prima vengono realizzati gomitoli di pura lana vergine certificata. “Una parte di questi viene usata per la lanaterapia – afferma la direttrice della onlus, Ivana Appolloni -; il lavoro a maglia negli ospedali come strumento per ridurre l’ansia nelle pazienti oncologiche; mentre un’altra parte viene donata ad associazioni o gruppi amatoriali di lavoro a maglia per la realizzazione di manufatti che vengono poi devoluti a persone in difficoltà e onlus, che a loro volta utilizzano queste creazioni per la raccolta fondi da destinare ai progetti di ricerca”. La lana viene recuperata in maniera tracciabile e sostenibile direttamente dagli allevatori. “Realizziamo gomitoli in 14 colori diversi – dice Appolloni -, secondo un codice internazionale che attribuisce ad ogni malattia un colore differente. I volontari che offrono il loro lavoro manuale per la realizzazione di manufatti destinati a progetti terapeutici e solidali fanno parte della community IL FILO CHE UNISCE, che registra la partecipazione di oltre 1500 persone su tutto il territorio nazionale, per un totale di circa 150 gruppi di lavoro. I tre obiettivi statutari di Gomitolorosa sono solidarietà, ambiente e… Benessere. “L’impegno continuo nella promozione di quest’ultimo valore – spiega la direttrice - si esprime attraverso l’attivazione di incontri di lanaterapia nelle sale d’attesa di alcuni ospedali, al fine di agevolare il recupero psico-fisico di pazienti e familiari, grazie al potere terapeutico del lavoro a maglia». Che questa pratica sia un efficace antidoto allo stress, il dottor Costa lo aveva già intuito nei quarant’anni di lavoro al fianco del professore, Umberto Veronesi, osservando nelle corsie degli ospedali le pazienti che lavoravano con l’uncinetto per ingannare il tempo, in attesa di sottoporsi alle cure o agli esami. «Sferruzzare e rimanere concentrati su ferri e gomitoli aiuta chi vive stati di sofferenza a percepire meno il dolore – continua Appolloni - riducendo ansia e stress; astraendo il cervello dalle preoccupazioni; rallentando il declino cognitivo; aumentando il livello di autostima e agevolando i processi di socializzazione”. La sostenibilità è importante per Gomitolorosa, che si pone anche la mission di trasmettere questa best practice a tutta la società. “Ciò che un tempo per gli allevatori era considerata una ricchezza – sostiene Appolloni -, la lana, oggi è diventata anche un costo. Se il vello rasato non viene venduto è considerato, dalla legge europea, un rifiuto speciale, che ha costi di smaltimento spesso non facilmente sostenibili. Pensiamo che il virtuoso meccanismo di economia circolare attivato da Gomitolorosa possa rappresentare una preziosa eredità che lasciamo alle generazioni più giovani, che sono fortunatamente sempre più interessate ai temi di sostenibilità ambientale e solidarietà sociale”. L’associazione biellese ne è talmente convinta, che ad esempio il 9 aprile scorso ha lanciato, in collaborazione con Agenzia Lane d’Italia e Legambiente, la prima giornata nazionale della lana, una celebrazione di questo prodotto naturale e dei suoi diversi utilizzi, per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di ridurne lo spreco e incentivarne il recupero. Gomitolorosa ha anche fondato European Wool Exchange, fondazione internazionale con sede a Cipro, che ha l’obiettivo di coordinare tutte le realtà europee che si interessano all’economia circolare della lana. E ancora, l’associazione italiana ha recentemente lanciato la campagna Adotta Una Pecora: “Adottando simbolicamente l’animale – conclude Appolloni -, con una donazione pari a 25 euro, chiunque può aiutarci a produrre 10 gomitoli e farli diventare strumento di benessere e solidarietà per chi ha bisogno. Dalla tosatura di una pecora infatti, si ricavano circa 1,5 kg di lana suicida e una volta lavata, cardata e pettinata ne rimangono circa 0,5 kg, da cui in seguito ottenere 10 gomitoli da 50 gr ciascuno, che infine doneremo per progetti di maglia solidale e terapeutica”.

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