"I bambini nascono per essere felici": la Nobel Karman al Vittoria di Trento con Enzo Cursio e padre Enzo Fortunato
"I bambini nascono per essere felici": un titolo impegnativo, quello dei dialogo di oggi al cinema Vittoria di Trento, sul quale si sono confrontati Tawakkol Karman, Premio Nobel per la pace 2011, Enzo Cursio, Peace activist, candidato a sua volta al Premio Nobel per la Pace 2018 e Enzo Fortunato, Portavoce della Basilica papale di San Pietro, stimolati dalle domande di Fabio Tamburini, Direttore del quotidiano "Il Sole 24 Ore" e Presidente del Comitato scientifico del Festival dell’Economia di Trento. La pace, dunque, come comun denominatore di un confronto di stringente attualità, alla luce anche dei tanti conflitti in corso nel mondo che coinvolgono anche i bambini.
“Il cambiamento a cui stiamo assistendo – ha sottolineato Tamburini in apertura - è che le guerre sono tornate ad essere lo strumento per la risoluzione dei conflitti. Dopo la Seconda guerra mondiale, pur in un mondo diviso in blocchi, prevaleva l’idea che bisognasse evitare, in un’era di potenze nucleari, la proliferazione di conflitti. Ora i conflitti stanno proliferando, e da locali rischiano di diventare globali, come ribadito anche da Papa Francesco”.
Per Padre Fortunato, organizzatore di una grande giornata mondiale per i bambini, che si terrà sabato a Roma, “è venuta meno la capacità di fare memoria. Oggi i bambini nascono per essere le prime vittime della guerra. La domanda che il Papa pone è: che futuro vogliamo dare ai bambini, ai nostri figli? Circa un bambino su 3 vive un condizioni di bisogno. 385 milioni in estrema povertà, con meno di due dollari. Poi c’è il tema della denatalità. Ogni anno l’Italia perde l’equivalente di una città di 200.000 persone. Al tempo stesso le migrazioni sono una forma drammatica e silenziosa di protesta verso i paesi più industrializzati. Dobbiamo essere capaci di fare scelte importanti per il paese e per l’Europa”.
"Conduco una battaglia per far sì che i bambini in tutto il mondo possano crescere in un mondo che non sia dominato dalla povertà, dall’ingiustizia, dalla guerra - ha detto a sua volta la Nobel Karman. Ne consegue che tutti i bambini devono avere pieno diritto alla scuola, alla salute, all’accesso ai servizi di base, come l’acqua potabile, l’elettricità e così via. A questi si aggiungono le vittime delle guerre. Dobbiamo far sì che i crimini non restino impuniti. Porgo i complimenti alla Corte penale internazionale per le recenti richieste di mandati di arresto per i crimini di guerra commessi in Palestina, dove sono morti oltre 30.000 bambini. Dobbiamo fermare le guerre, sia che siano combattute dagli eserciti regolari che dalle milizie. Ma per fare questo bisognerebbe affrontare il problema alla radice, prevenendo le guerre e impedendo ai dittatori di accedere al potere. Bisogna anche fermare le occupazioni di paesi da parte di altri paesi”.
La guerra fa bene allo sviluppo economico? L’economia americana sta andando bene e anche quella della Russia non versa in condizioni di particolare sofferenza. “Stiamo assistendo alla fine del sistema disegnato alla fine della Seconda guerra mondiale. - ha detto Cursio, raccogliendo la programmazione del moderatore – Il sistema di deterrenza basato sulla crescita degli armamenti ha prodotto una pace duratura in Europa ma anche 50 milioni di morti nel resto del mondo. L’Europa inoltre ha scommesso sul fattore unitario, sul mettersi assieme. Negli ultimi anni però l’idea di Europa si è indebolita. La mia generazione ha vissuto la pace, è la prima a non avere conosciuto guerre. Ora abbiamo la responsabilità di agire per costruire un sistema basato non solo sui principi di libertà e uguaglianza ma anche di fraternità”.
Fonte: festivaleconomia.it
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