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Immagine del redattoreLuca Baj

Innovazione e imprenditoria femminile, il settore FemTech cresce per la salute delle donne

Creare app e dispositivi pensati per semplificare i vari aspetti quotidiani della salute delle donne, attraverso software, sistemi di diagnostica e monitoraggio, prodotti e servizi che sfruttano le nuove tecnologie, in un’ottica sempre più digitale. Sono queste le caratteristiche principali del FemTech, un settore la cui crescita annunciata per i prossimi anni promette di essere imponente. Secondo una recente ricerca condotta dalla società americana di ricerca e dati finanziari PitchBook, infatti, la crescita del comparto è così forte da aver generato, nei primi mesi del 2019, entrate globali pari a 820,6 milioni di dollari, oltre a ricevere 592 milioni di dollari in investimenti. Inoltre, la società di ricerca e consulenza strategica americana Frost & Sullivan ritiene, in uno studio reso noto lo scorso marzo 2020, che i ricavi del settore FemTech raggiungeranno 1,1 miliardi di dollari entro il 2024. Il termine chiave è la female technology. Si tratta di una parola che viene applicata per descrivere software, prodotti e servizi che utilizzano la tecnologia per migliorare o semplicemente analizzare la salute delle donne. Il concetto ha un’origine relativamente recente: il termine femtech è stato coniato nel 2016 dall’imprenditrice danese Ida Tin, fondatrice di Clue, app per il monitoraggio del ciclo mestruale e della fertilità. Da allora il termine è stato ampiamente usato per indicare un settore molto ampio, che comprende anche innovazioni tecnologiche nelle cure infermieristiche della donna, specialmente durante la gravidanza. I vari attori del settore sanitario a livello globale, nel frattempo, hanno continuato a sviluppare in parallelo strategie atte a migliorare il proprio posizionamento soprattutto nei paesi a medio e basso reddito in cui si registra una continua insorgenza di malattie infettive, in prevalenza tra le donne, con conseguente aumento di finanziamenti, donazioni e sovvenzioni che mirano a “digitalizzare” la salute femminile. A tal proposito, MobileODT – una startup con sede a Tel Aviv – ha creato uno strumento che utilizza smartphone e intelligenza artificiale per lo screening del cancro cervicale. Grazie a un colposcopio intelligente, un dispositivo di imaging portatile che è una volta e mezza le dimensioni di uno smartphone, è possibile scattare una fotografia della cervice di una donna da una distanza di circa un metro, L’immagine viene successivamente trasmessa al cloud tramite uno smartphone, dove viene utilizzata l’intelligenza artificiale per identificare reperti cervicali normali o anormali. La diagnosi viene consegnata in circa 60 secondi rispetto alle settimane necessarie per ricevere i risultati di un pap-test (che, nei paesi in via di sviluppo, si estende a mesi). Insomma, dalla creazione di Clue il mondo della femtech è cresciuto parecchio. Ogni giorno nascono strumenti che puntano alla piena comprensione del mondo femminile e delle sue piccole, grandi variazioni corporee. E in Italia? SynDiag, startup fondata nel 2019 come spin off del Politecnico di Torino, ha collaborato con l’acceleratore di Eilat, in Israele, riuscendo a consolidare relazioni con strutture sanitarie di eccellenza mondiale. Oggi la piattaforma digitale fem tech, progettata per consentire ai medici di diagnosticare precocemente il cancro ovarico grazie ai Big Data clinici provenienti da ospedali di livello mondiale ed elaborati da un software basato sull'Intelligenza Artificiale, sta completando il percorso di certificazione. «Contiamo di essere pronti per il mercato italiano nel corso del 2021», ha spiegato Rosilari Bellacosa, responsabile ricerca e sviluppo del progetto. Attualmente, sono alcune decine le startup attive nel mercato FemTech, il cui obiettivo principale è di offrire un’assistenza modulata sulle problematiche femminili; e una percentuale significativa – e in continuo aumento – di queste attività imprenditoriali è di proprietà e gestita da donne. Inoltre, si prevedono più investimenti di venture capitalist nel settore sanitario che contribuiranno alla crescita del settore che sarà sempre più in grado di offrire vantaggi sempre più visibili. Tra gli altri rendere l’assistenza sanitaria meno invasiva, più pratica e personalizzata in base alle esigenze della paziente; migliorare l’efficienza dello screening e della diagnosi alimentato da tecnologie all’avanguardia come intelligenza artificiale, big data e analisi. Una strada da seguire con attenzione, che lega il mondo dell’innovazione all’imprenditoria femminile.


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