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Immagine del redattoreLuca Baj

Intelligenza artificiale e 5G: due tecnologie a braccetto

Passi da gigante nel mondo dell’intelligenza artificiale. Quest’ultima viene definita come “una disciplina appartenente all'informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all'elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana”. A luglio, la Appen (azienda con sedi in Australia, Stati Uniti, Cina, Inghilterra e nelle Filippine, che, tra l’altro, raccoglie dati utilizzati per costruire e migliorare sistemi di intelligenza artificiale tra i più innovativi al mondo) ha pubblicato un whitepaper circa lo stato dell’Intelligenza Artificiale (Artificial Intelligence –AI) nell’industria nell’anno in corso. Secondo un primo campione di intervistati di 374 tra dirigenti, vicepresidenti ed esperti del settore, è emerso che, secondo ben tre organizzazioni su quattro, l'AI è nel 2020 un fattore significativo per il successo della propria attività anche se la strada è ancora lunga da percorrere. Gli investimenti fatti in questo campo però risultano nettamente migliorati: nel 2019 solo il 39% dei dirigenti era direttamente responsabile di iniziative di AI, mentre 2020 questa percentuale è salita al 71%. Questo aumento ha fatto sì che anche il numero di organizzazioni che hanno investito budget superiori ai 5 milioni di dollari in AI sia raddoppiato, passando dal 4% all’8%. Sempre nel 2020, il 28% degli intervistati ha dichiarato investimenti compresi tra 500.000 dollari e 5 milioni di dollari, mentre il 37% investimenti inferiori ai 500.000 dollari. Ma cosa lega l’intelligenza artificiale alla rete 5G? Secondo il Gruppo di 30 esperti di Intelligenza Artificiale selezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico per definire una strategia italiana per l‘AI “AI e connettività 5G formano un connubio dirompente. L’AI e il 5G mettono la rete al servizio dell’utente grazie all’edge computing e alle sue caratteristiche intrinseche di modello computazionale iper-distribuito ed iper-connesso”. Secondo gli esperti quindi il contributo del 5g potrebbe essere quello di offrire velocità di trasmissione nell’ordine dei gigabit per secondo, latenze in rete dieci volte minori rispetto alle latenze attuali, maggior affidabilità dei collegamenti e interconnessione di un gran numero di sistemi e oggetti. Due innovazioni tecnologiche che viaggeranno a braccetto dunque poiché l’una per sostenersi avrà bisogno dell’appoggio dell’altra. In particolare, la complessità delle reti del futuro, che saranno responsabili dell’interconnessione di milioni di oggetti connessi (pc, smartphone, tablet, auto, smartwatch, semafori, droni, ecc.), renderà infatti necessario un supporto tecnologico alle attività gestibili dall’uomo. Da questa unione potremmo trarne vantaggio in numerosi campi che vanno dal controllo radio di robot e droni alle operazioni chirurgiche, dai veicoli a guida autonoma a nuove forme di comunicazione alle interazioni con la realtà virtuale e aumentata. Un matrimonio in salsa hi-tech che ambisce a dar vita al sistema nervoso della futura società digitale. E’ di pochi giorni la notizia che grazie alla convenzione tra Consiglio Nazionale delle Ricerche e cinque università italiane (Università Campus Bio-Medico di Roma, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università di Pisa, Politecnico di Torino, Sapienza Università di Roma) avrà vita il primo dottorato nazionale sull'Intelligenza Artificiale (PhD-AI.it), che partirà nel 2021-2022 articolato su su cinque aree disciplinari: rea salute e scienze della vita, coordinata dall’Università Campus Bio-Medico di Roma; area agrifood e ambiente, coordinata dall’Università degli Studi di Napoli Federico II; area sicurezza e cybersecurity, coordinata da Sapienza Università di Roma; area industria 4.0, coordinata dal Politecnico di Torino e area società, coordinato dall’Università di Pisa.


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