Lavoro a distanza, la sperimentazione del Consorzio Elis
Il fenomeno dello smart working nel nostro Paese ha cambiato il modo di approcciare al lavoro, così il Consorzio Elis di Roma, con trenta imprese italiane aderenti, sperimenterà un’ulteriore via, che prevede la condivisione digitale e fisica degli spazi di lavoro, per un nuovo modo di lavorare e imparare il mestiere. Sedi aziendali sottoutilizzate, genitori che si ritagliano a fatica uno spazio di lavoro in casa, il venir meno di opportunità d’incontro tra colleghi, la difficoltà a condividere informazioni e progetti trasversali sono alcuni dei principali motivi che hanno spinto queste grandi realtà imprenditoriali a intraprendere un nuovo percorso che interesserà, per i prossimi sei mesi circa, fino a ottobre 2021, trecento lavoratori, col fine ultimo di generare nuove idee e alimentare lo sviluppo delle stesse organizzazioni. Il progetto si chiama Smart Alliance e tutto ruota intorno allo scopo di condividere spazi di lavoro diffusi, come degli uffici a chilometro zero, dotati di tecnologie, prenotabili con una semplice app, che permetterà d’individuare con un click quello più vicino e maggiormente adatto rispetto alla propria attività lavorativa in agenda. Gli uffici condivisi scelti per la sperimentazione si trovano nelle città italiane di Milano, Roma, Napoli, Trapani e Catania e le imprese coinvolte spaziano dalle telecomunicazioni, energia e trasporti, fino a finanza e alimentazione. Fra queste ci sono ad esempio Manpower, Generali, Enel, Engineering, Pwc, Iren, Trenord e Microsoft. Benessere, creatività e produttività sono i fattori chiave di questo progetto e gli Hr Director di Smart Alliance hanno individuato nove principi su cui costruire i nuovi modi di lavorare e apprendere: 1) Le relazioni tra persone sono il reale valore per le imprese. Nuovi spazi di lavoro, reali o virtuali devono così diventare piazze per condividere idee, passioni ed emozioni. 2) Le idee non hanno gerarchia. Delega e responsabilizzazione delle persone sono i mezzi per creare una leadership diffusa, perché le buone idee non hanno job title. 3) I leader di domani devo ispirarsi al concetto meno controllo più guida, cioè essere caratterizzati da fiducia, rispetto e scopo verso tutte le singole parti che compongono un’azienda. 4) Il lavoro deve presentarsi come occasione di fioritura delle persone; nel senso che gli spazi di lavoro condivisi devono poter sviluppare talenti e potenziale di ogni risorsa umana coinvolta. 5) Passare dalla conoscenza individuale a quella collettiva, perché i maestri del sapere, coloro che hanno esperienza siano supportati e incentivati nel trasmettere le proprie competenze alle nuove generazioni e in generale al team work. 6) Il lavoratore è uno studente per sempre. C’è la necessità concreta di applicare un modello circolare-generativo, dove conoscenza e azione si alimentano costantemente l’un l’altra. 7) L’inclusione è parte del nuovo modo di essere impresa, perché la diversità è motore di sostenibilità. 8) Lo scopo deve essere una via da percorrere per raggiungere una vita lavorativa appagante. Bisogna quindi aggregare le persone intorno a uno stesso obiettivo che vada oltre il profitto. Le aziende devono creare valore per la comunità e le generazioni future, rafforzando il senso di appartenenza. 9) La creatività è un ingrediente umano necessario e fondamentale per innovazione e sviluppo. Questi sono elementi teorici e pratici molto importanti, che possono essere probabilmente di spunto per tanti altri imprenditori, che potranno così innovare e potenziare la propria attività, in modo intelligente e profittevole, valorizzando al contempo ogni singolo lavoratore e le loro peculiarità.
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