Martina Rogato: Un Percorso tra Attivismo e Consulenza
Le Origini e la Formazione
Martina Rogato inizia il suo percorso nel 2007, durante il triennio universitario, con una lezione sul Corporate Social Responsibility (CSR). Da qui, nasce l’interesse per il tema, culminando nella sua tesi di laurea. Grazie a un professore, Martina entra in contatto con Amnesty International, un’esperienza fondamentale che segna l’inizio del suo impegno attivista.
Le Prime Esperienze Professionali
Nel 2009, Martina supporta "Io Pretendo Dignità" la campagna di Amnesty sulle violazioni dei diritti umani dell'industria oil&gas in Nigeria. Successivamente, prosegue con un periodo di ricerca in sostenibilità, un’esperienza presso la Commissione Europea e un master alla Bocconi. Questi anni la vedono impegnata in società di consulenza, ma sempre con un "binario parallelo" di attivismo.
Da Consulente a Consulente Indipendente
Nel 2015, dopo essere stata licenziata per overworking, Martina decide di intraprendere la strada della consulenza indipendente. Dal 2022, fonda ESG Boutique, società di servizi su sostenibilità e ESG.
L’Attivismo di Martina
Dopo 10 anni in Amnesty, nel 2011 con un gruppo di amiche fonda Young Women Network, di cui sarà presidente dal 2016 al 2021 e Human Rights International Corner. Il suo attivismo le permette nel 2019 di entrare a far parte di Women7, il gruppo ufficiale del G7 sulle pari opportunità dove svolge attività di advocacy per influenzare i decisori politici sulla parità di genere.
L’Impatto del PNRR
Rispetto al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Martina discute l'introduzione della "Certificazione di Parità". Questo incentivo permette alle aziende di ottenere vantaggi negli appalti pubblici e privati e sgravi fiscali fino a 50.000 euro, analizzando la loro parità di genere. L'Italia si distingue come uno dei pochi paesi del G7 a possedere tale certificazione.
Disparità di Genere e Pregiudizi
Martina evidenzia come gli stereotipi di genere influenzino negativamente le opportunità di lavoro per le donne e la partecipazione degli uomini al congedo parentale. Sottolinea la necessità di libertà di scelta per le donne nel contesto lavorativo e familiare, criticando le dinamiche che le costringono a passare al part-time per prendersi cura dei figli. Inoltre, discute la violenza economica, citando la legge Rixain come esempio positivo per contrastarla.
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