top of page
Daniel Piscitelli

MERCATO DEL LAVORO E REDDITI: UN’ANALISI INTEGRATA - ANNO 2022

Istat presenta un’analisi sul mercato del lavoro e sui redditi realizzata a partire dall’integrazione di informazioni sullo stato occupazionale, raccolte mediante la rilevazione delle Forze di lavoro negli anni 2019 e 2022 (oltre 500 mila interviste per ciascun anno) con le informazioni, dal 2015 al 2021, sui redditi provenienti dai registri statistici e da fonti amministrative. L’integrazione consente di analizzare e confrontare nel tempo la partecipazione al mercato del lavoro secondo la prospettiva delle condizioni reddituali delle famiglie di appartenenza degli individui.

  • Nel 2022 il mercato del lavoro continua la ripresa avviata nell’anno precedente, dopo il crollo registrato nel 2020 a causa della crisi pandemica. Rispetto all’anno pre-pandemia (2019), nel 2022 si osserva un aumento del tasso di occupazione della popolazione di 15-64 anni dal 59% al 60,1% (+1,1 punti percentuali), accompagnato da una riduzione del tasso di disoccupazione (dal 10,1% al 8,2%, -1,9 p.p.) e da una sostanziale stabilità del tasso di inattività (dal 34,5% al 34,3%, -0,2 p.p.).

  • I quinti di reddito equivalente più poveri, caratterizzati strutturalmente da tassi di occupazione più bassi, hanno mostrato aumenti più elevati tra il 2019 e il 2022 (+2 p.p. nel primo quinto e +1,7 p.p. nel secondo) associati a una contrazione relativamente più netta del tasso di disoccupazione (-5 p.p. nel primo e -2,9 p.p. nel secondo).

  • Il Mezzogiorno, pur caratterizzato da tassi di occupazione più bassi, pari al 46,7% nel 2022, registra, rispetto al 2019, un aumento del tasso relativamente più elevato (+1,9 p.p.). L’aumento riguarda in particolare il quinto più povero (+2 p.p.). In controtendenza la variazione del tasso di occupazione nei due quinti più ricchi del Nord-ovest (-0,9 p.p. e -0,4 p.p.) e nel penultimo quinto del Nord-est (-1,3 p.p.).

  • I giovani 25-34enni per i quali il tasso di occupazione nel 2022 raggiunge il 66,1%, registrano l’aumento più elevato (+3,4 p.p.) rispetto al periodo pre-pandemia, più marcato nel quinto di reddito inferiore (+3,9 p.p.).

  • Il divario dei tassi di occupazione tra i più e i meno istruiti cresce all’aumentare del reddito: nel quinto più povero il tasso di occupazione è il 54,7% tra chi ha un titolo universitario (+23,4 p.p. rispetto ai meno istruiti) mentre nel quinto più ricco il tasso è l’89,1% (+31,7 p.p.). Il recupero dei livelli occupazionali rispetto all’anno pre-pandemia cresce all’aumentare del livello di istruzione e raggiunge +1,6 p.p. per chi ha un’istruzione universitaria e l’aumento è relativamente maggiore nel secondo quinto (+ 3,5 p.p.).

Post correlati

Mostra tutti

Comentários


bottom of page