Pmi, Decreto agosto: tra criticità e proposte
Il “Decreto Agosto”, approvato ufficialmente ricordiamo nel Consiglio dei Ministri nella serata di venerdì 8 agosto e con il quale il Governo ha stanziato ulteriori 25 miliardi di euro per supportare la ripresa delle aziende in questo momento difficile, ha dato adito a non poche critiche da parte di tutte le associazioni imprenditoriali a sostegno delle imprese; Infatti, il Decreto Agosto contiene molte misure che riguardano direttamente le PMI e più in generale le aziende italiane. Secondo Confindustria “il provvedimento, al pari dei precedenti, si caratterizzi ancora per la prevalenza delle misure assistenziali su quelle strutturali ed emergono alcuni segnali di maggiore attenzione verso le esigenze delle imprese, sebbene parziali. In particolare, positivi alcuni rifinanziamenti (Fondo di Garanzia PMI, IPCEI, automotive, contratti di sviluppo), come pure la proroga della moratoria di legge per i debiti bancari delle PMI. Mancano però diversi interventi prioritari e di più ampia portata, funzionali soprattutto a sostenere gli investimenti e a garantire, in via strutturale, la liquidità delle imprese, e misure strutturali per il rilancio dell’economia, puntando su misure capaci di attivare la ripresa nel 2021, anche in chiave di sostenibilità sociale e ambientale. Sulla scia delle critiche si aggiunge anche Confesercenti, secondo la quale la ripresa immediata dopo il lockdown è “comunque insufficiente a compensare interamente la caduta del periodo del lockdown, e ritiene che ci siano diverse criticità in relazione alle misure concernenti il mondo del lavoro e dell’occupazione a favore di lavoratori e imprese”. Il punto di vista di Confartigianato, invece si discosta dalle prime due associazioni, sottolineando positivamente “le misure in materia fiscale, in particolare la proroga dei versamenti sospesi nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 con la possibilità di effettuare il 50% in 24 rate mensili a partire da gennaio 2021 e la possibilità di effettuare i versamenti del secondo acconto di novembre 2020 entro il 30 aprile 2021 per i soggetti che applicano gli ISA e presentano un calo di fatturato”. Il Decreto in questione introduce anche un finanziamento per altri 18 settimane della Cassa Integrazione, anche se con requisiti differenti da dover rispettare. Sul punto, Confindustria, ritiene che non possa essere valutata positivamente l’introduzione di un contributo addizionale, che fra l’altro viene determinato, assai discutibilmente, con riferimento al fatturato del periodo pregresso, indicatore che non ha alcun nesso con la fattispecie che giustifica l’integrazione al reddito e che, di per sé, non è neppure indice dello stato di salute e/o di equilibrio economico finanziario dell’impresa”. E ancora “una illogica penalizzazione per i datori di lavoro”, secondo Confesercenti, la quale non solo critica i requisiti della Cig ma anche le tempistiche poiché “l’obbligo di collocare la nuova cig fra il 13 luglio e il 31 dicembre, ha come effetto che i periodi di cassa integrazione, in precedenza richiesti e autorizzati, qualora collocati, anche in parte, dopo il 12 luglio 2020, saranno imputati al sistema dl decreto agosto penalizzando i datori di lavoro che hanno utilizzato le 18 settimane previste dalla precedente normativa”. In disaccordo sul punto Confartigianato che invece valuta positivamente la concessione delle ulteriori 18 settimane di cig.
Comentarios