Produttività, scende nel lavoro del -0,4% e del capitale -8%
La produttività, misura l’efficienza di come i fattori primari, lavoro e capitale, sono impiegati nel processo di produzione per un determinato livello di risultato. La produttività è considerata un indicatore chiave di crescita economica e competitività, anche ai fini della valutazione della performance economica nei confronti internazionali. Nel 2019, l’insieme di settori rappresenta circa il 71% del valore aggiunto complessivo e l’83% del totale delle ore lavorate. La produttività del lavoro diminuisce dello 0,4%, come risultato di un incremento delle ore lavorate pari allo 0,4% e di una variazione nulla del valore aggiunto. La dinamica negativa del 2019 giunge dopo un lungo periodo di crescita molto lenta della produttività del lavoro (0,2% in media nel periodo 2014-2019). Nell’intero periodo 1995-2019 la produttività del lavoro ha registrato una crescita media annua dello 0,3%, dovuta a incrementi medi del valore aggiunto (+0,7%) e delle ore lavorate (+0,4%). Tra il 2009 e il 2014 la produttività del lavoro cresce dello 0,9% per effetto di una riduzione delle ore lavorate (-1,3%) più ampia di quella del valore aggiunto (-0,4%). Nel periodo più recente (2014-2019) entrambi i fattori primari registrano dinamiche positive se pur inferiori a quelle del valore aggiunto: le ore lavorate crescono in media dell’1,2%, l’input di capitale dello 0,5% e il valore aggiunto dell’1,3%. Ne deriva una crescita della produttività del lavoro dello 0,2%. L’Italia è ancora sotto la media europea per produttività del lavoro. I risultati mostrano, complessivamente, la persistenza di un ampio differenziale negativo nella dinamica della produttività del lavoro dell’Italia rispetto alle altre economie europee. Nel periodo 1995-2019, la crescita media annua della produttività del lavoro in Italia (0,3%) è stata decisamente inferiore a quella del resto d’Europa (1,6% nell’Ue28 e 1,2% nell’area Euro). Tassi di incremento in linea con la media europea sono stati registrati dalla Francia (1,3%), dal Regno Unito (1,5%) e dalla Germania (1,3%). Per la Spagna il tasso di crescita (0,6%) è stato più basso della media europea ma più alto di quello dell’Italia. Il divario rispetto alle altre economie europee è risultato particolarmente ampio in termini di crescita del valore aggiunto: in Italia, nel periodo 1995-2019 è stata dello 0,7%, inferiore a quella media della Ue (1,9%). Le ore lavorate, hanno registrato una crescita simile a quella del complesso dei paesi europei: +0,3% annuo nella media Ue e +0,4% in Italia; solo in Spagna, tra i principali paesi europei, l’aumento è stato decisamente più accentuato (1,4%). Nel periodo 2014-2019, la produttività del lavoro in Italia è aumentata in misura modesta (+0,2% medio annuo), generando un ulteriore ampliamento del divario di crescita rispetto all’Ue (che presenta una variazione dell’1,3%). La dinamica risulta inferiore a quella registrata in Germania (+1,0%), Francia (+0,8%), Spagna (+0,7%). Nello stesso periodo, in Italia l’espansione del valore aggiunto (+1,3% medio annuo) è risultata di poco superiore a quella delle ore lavorate (+1,2%). Francia e Germania hanno registrato una crescita più vivace del valore aggiunto (rispettivamente +1,8% e +1,7%). Infine la Spagna, ha registrato una crescita sia del valore aggiunto (3,3%), sia delle ore lavorate (2,6%). Nel 2019, ritorna negativa anche la tendenza per la produttività del capitale, indicatore di quanto venga utilizzato in modo efficiente per generare valore aggiunto, registrando un calo medio annuo dello 0,7%.
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