Restore, il suo successo grazie all’imprenditrice Labate
Founder e Ceo dell’innovativa Restore, la messinese Barbara Labate ha ricevuto a inizio anno, direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il nazionale Premio Innovazione Servizi di Fondazione Cotec. Raccontando un po' di sé, la manager consegna nelle nostre mani utili consigli per tutti i giovani interessati ad avviare una propria attività imprenditoriale. Labate è infatti un’imprenditrice vincente, distintasi col tempo a livello internazionale, come dimostrano i primi posti in Mind The Bridge Milano 2011, Italian Innovazion Day New York 2011, Plug&Play Expo Silicon Valley 2011 e Lady Pitch Night Parigi 2013; oltre a essere apparsa due volte nella classifica Insipiring Fifty delle 50 donne di maggiore ispirazione nel mondo della tecnologia in Europa. “I riconoscimenti servono a ricordarti che fai l'imprenditore in mezzo a mille difficoltà, non solo per business – dice Labate stessa - ma anche per passione. Restore è un’azienda leader nell’e-commerce per la grande distruzione e circa il 30% del mercato online del grocery in Italia usa la nostra piattaforma e i servizi digital marketing annessi. Il nostro gruppo di lavoro è composto da professionisti nei settori marketing, architetture It scalabili e cloud, Ux e sviluppo di nuovo business. Nel solo 2020 – aggiunge - abbiamo veicolato più di 30 milioni di euro di spese online, servendo tutto il territorio italiano in un periodo di particolare difficoltà, legata alla presenza del Covid-19”. Il futuro imprenditoriale per Labate risiede della logistica: “Stiamo conoscendo meglio ed esplorando tutto il settore – dice -, elemento imprescindibile per ottenere uno spostamento merci in velocità, sicurezza ed economicità dal punto A al B”. La pandemia globale ha avuto, come effetto, un salto quantico nell'adozione della tecnologia in Italia: “Perché oggi tutti i player del settore hanno capito che la spesa online non è solo una comodità – afferma Labate – bensì anche una necessità, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Durante il Coronavirus ad esempio, tutto il team Restore ha lavorato 20 ore al giorno per far sì che i siti dei supermercati fossero sempre online; fossero disponibili sempre fasce orarie per prenotare la consegna a domicilio e permettere a chiunque, compresi gli anziani, spesso meno avvezzi all’innovazione di pagare gli acquisti fatti. Insomma nel nostro piccolo abbiamo anche cercato di colmare un gap generazionale”. Il vento dell’innovazione soffia tuttora su tutta la Penisola, da Nord a Sud. “Anche se avviare un’attività nel Meridione è complicato – continua Labate - ma allo stato attuale delle cose sì può anche tranquillamente focalizzare la propria sede al Sud, pur avendo un respiro maggiormente internazionale. Oramai i mezzi di comunicazione e di trasporto rendono tutto più semplice. Diverso è altresì avere il centro del proprio business focalizzato sull'economia locale, che come tutti sappiamo non è certamente troppo florida”. Per avviare una startup ci vuole coraggio? Anche, come chiarisce bene Labate. “Bisogna sempre provarci, senza ombra di dubbio – dice -; non esistono reali motivazioni per non provare, se non gabbie mentali, perché oggi, con poco, si possono implementare grandi idee”. Molto importante anche l’esperienza estera in bagaglio. “Purtroppo è ancora vero che altri paesi europei e soprattutto asiatici vanno a una velocità tripla rispetto a noi - afferma la donna – quantomeno nell'ambito digital e per questo mi sento libera di suggerire a tutti un'esperienza professionale all'estero; che non per forza poi preclude un proseguo del proprio lavoro in Italia”. Labate, incoronata recentemente regina delle startup e vera e propria pioniera del settore in Sicilia è l’esempio vivente che anche le donne possono essere top manager altamente innovativi. “Il segreto è non accontentarsi – svela – e cercare il più possibile di fare squadra con professionisti caratterizzati da diverse capacità e competenze. Per avere risultati positivi dal proprio lavoro bisogna capire se si risponde veramente a una necessità. Molto spesso si spendono soldi e tempo in progetti con scarsa fortuna, in quanto rispondono e risolvono solo i problemi di pochi. Non bisogna commettere questo errore, mai”.
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