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Immagine del redattoreLuca Brivio

Spiagge private e concessioni: braccio di ferro con l'UE




Il governo Meloni sta valutando la possibilità di prorogare alcune concessioni balneari fino al 2030, nonostante i ripetuti avvertimenti e la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea per il mancato rispetto della direttiva Bolkestein, che richiede la messa a gara delle concessioni. L'idea di proroga è rivolta specificamente alle regioni dove l'occupazione delle spiagge è inferiore al 25%.


Questa proposta di proroga si scontra con le critiche della Commissione Europea e di vari esperti, che contestano la mappatura delle concessioni realizzata dal governo, la quale sostiene che non vi sia scarsità di risorsa naturale, nonostante la percezione diffusa di privatizzazione delle spiagge italiane.


L'Italia è sotto pressione per trovare una soluzione, altrimenti la questione potrebbe finire davanti alla Corte di giustizia dell'Unione Europea. Nel frattempo, il numero di stabilimenti balneari in Italia continua a crescere, con un aumento significativo delle imprese del settore negli ultimi anni, specialmente in regioni come Calabria, Campania e Sicilia.


Questo settore è dominato da attività a conduzione familiare, con un fatturato medio di 260.000 euro per azienda e circa 60.000 addetti impiegati durante l'alta stagione. Tuttavia, la tensione tra le esigenze di regolamentazione europea e gli interessi locali rimane alta.

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