Strategia Nazionale per l'Idrogeno: il piano per la decarbonizzazione in aviazione e navigazione
Entro la fine di luglio, l'Italia prevede di finalizzare la sua strategia nazionale sull'idrogeno, un'iniziativa sviluppata dal tavolo tecnico interministeriale guidato dal ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. L'obiettivo è valorizzare le potenzialità nazionali nella produzione di idrogeno e sviluppare la relativa filiera. Questa strategia è molto attesa dal settore, poiché gli ultimi tentativi risalgono al governo Conte II nel 2020.
Oltre alla strategia, entro fine anno è attesa la finalizzazione di uno schema di decreto per fissare nuovi incentivi per l'idrogeno rinnovabile e il bioidrogeno, essenziale per la competitività futura del vettore energetico. Nel Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), trasmesso a Bruxelles, sono state anticipate alcune previsioni sugli obiettivi specifici per l'idrogeno rinnovabile, in linea con la direttiva Red III e le proposte di regolamento RefuelEU Aviation e FuelEU Maritime. Per il 2030, si prevede un uso di 330 ktep di idrogeno nell'industria e 390 ktep nei trasporti.
La strategia nazionale prevede anche l'importanza di promuovere l'idrogeno a basse emissioni di carbonio per decarbonizzare settori difficili da abbattere, come la navigazione e l'aviazione, combinando l'uso con la cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). Entro il 2030, si stima che l'Italia necessiterà di circa 3 gigawatt di elettrolizzatori per produrre l'idrogeno richiesto, con almeno l'80% della domanda prodotta internamente.
Nel contesto del Piano nazionale di ripresa e resilienza, l'Italia ha stanziato 2,3 miliardi di euro per supportare la distribuzione e produzione di idrogeno verde. Di questi, un miliardo è destinato ai settori hard to abate, con almeno 400 milioni per progetti che sostituiscano il metano e i combustibili fossili. Altri 450 milioni sono destinati alla costruzione di elettrolizzatori, inclusi fondi per supportare importanti progetti di interesse europeo e lo sviluppo della filiera produttiva.
Comments