Transizione ecologica, progetti formativi per i green jobs
Digitale e verde. Sono queste le due parole chiave per immaginare il lavoro dei prossimi cinque anni: per farlo, occorre formare professionisti che da un lato siano capaci di calarsi in una realtà tecnologica in evoluzione perenne e che dall’altro possano vantare skill nello sviluppo di soluzioni e strategie eco-sostenibili. Che il quadro sia questo è confermato anche da una recente analisi di Excelsior di Unioncamere: lo studio ha messo in evidenza, in modo netto, quanto l’eco-sostenibilità sarà uno dei pilastri per la ripartenza post Covid-19. Del resto , proprio in questa direzione andranno numerosi investimenti scaturiti dal piano Next generation EU. L’evoluzione del lavoro a tinte green porta con sé la nascita di nuove professioni e la necessità di provvedere alla formazione, sia di giovani che di risorse provenienti da settori differenti e da ricollocare in un mercato competitivo. Sono diverse le iniziative attivate da enti pubblici e privati in questo senso. A cominciare dalla Regione Emilia Romagna, dove, ad esempio, sarà riconosciuta la figura del Green manager, già adottata qualche tempo fa dal Lazio. Una figura in grado di fornire consulenze puntuali, che abbia più completezza di saperi e competenze di colleghi quali l’energy manager o del mobility manager: il Green manager dovrà lavorare sulla Sostenibilità ambientale a 360 gradi. I Green manager saranno formati da enti di formazione accreditati e dal sistema universitario regionale, attraverso Fondi europei. È in quest’ottica che è stato inaugurato il Master Cineas in Environmental Risk Assessment and Management, il percorso che forma i professionisti dei rischi ambientali. Il master, organizzato da Cineas – Consorzio universitario non profit fondato dal Politecnico di Milano nel 1987 e scuola di formazione manageriale sulla gestione dei rischi e dei sinistri – in collaborazione con Pool Ambiente, offre un percorso completo su aspetti tecnici, giuridici e assicurativi in materia di gestione dei rischi ambientali. Il percorso qualifica i professionisti nell’analisi e nell’individuazione dei rischi ambientali a cui l’impresa è esposta, affinché sia possibile individuare le soluzioni più efficaci per prevenire e ridurre i rischi, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto di un eventuale incidente sul business aziendale nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza. Nella formula smart learning, il master prevede circa 85 ore di formazione suddivise in 3 macroaree tematiche (Gestione dei rischi ambientali, Normativa di riferimento strutturata, Assicurare i rischi ambientali e gestire i sinistri): sessioni in modalità online interattiva e immersiva, analisi di casi pratici, testimonianze aziendali ed esercitazioni da svolgere in gruppo per applicare i concetti tecnici sviluppando anche le abilità relazionali e sfruttando il più possibile gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie. Ma l’orientamento verso la formazione green non si limita a poche eccezioni sul territorio. In Puglia, ad esempio; anche sulla sia di un rapporto di Coldiretti che ha stimato come il settore agroalimentare potrebbe offrire 100mila posti di lavoro green entro i prossimi dieci anni, grazie a una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale, ma anche un nuovo welfare in campagna. Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici sono solo alcuni dei progetti strategici elaborati per ripartire dai punti di forza. Coldiretti punta a realizzare moderni sistemi di stoccaggio che garantiscano l’immediata filtrazione dell’olio e la conservazione in silos in acciaio inox provvisti in locali termo-condizionati ed appositamente adeguati alla prevenzione anti-incendio. Per questo è previsto anche un piano di formazione per tecnici specializzati che possano guidare i produttori dalla coltivazione sino al marketing. In Toscana, invece, i progetti finanziati per la formazione green risultano essere ad oggi 33, per uno stanziamento complessivo di risorse che sfiora il milione e 900mila euro. Un investimento che potrà produrre significative ricadute anche sotto il profilo occupazionale: ad ogni progetto hanno aderito imprese che, oltre a rendersi disponibili ad accogliere persone in stage hanno dichiarato la propria disponibilità all’assunzione degli allievi formati, con percentuali in media superiori al 60%. Infine, a recitare un ruolo in questa partita sono anche le università. Basta pensare al progetto europeo Yenesis, pensato dall’università di Roma La Sapienza per ridurre la disoccupazione giovanile nelle isole europee, attraverso i green jobs. Il programma professionalizzante verterà sulle 4 aree tematiche del progetto che sono le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, il turismo e la mobilità sostenibile oltre che trattare in modo trasversale il tema dell’imprenditorialità e del business innovation. I giovani che verranno selezionati parteciperanno per le diverse attività di formazione e di tirocinio in Italia e all’estero senza dover sostenere alcun costo di iscrizione al corso e ricevendo inoltre il rimborso per tutti gli spostamenti e le spese di sussistenza per i diversi viaggi che affronteranno durante il programma.
Comentarios