Una manifestazione in continua crescita: inaugurato il 19esimo Festival dell’economia di Trento
Parlare dei dilemmi del nostro tempo vuol dire fornire uno sguardo il più ampio possibile sui temi più attuali, per il presente e futuro. Dalla scuola all’intelligenza artificiale, dai trasporti alla crescita economica, fino alle guerre in corso e ai drammi umanitari, senza dimenticare la transizione energetica, l’Europa, lo spazio, le tante faglie della geopolitica. Ma l’evento di inaugurazione del 19esimo Festival dell’economia di Trento, moderato dalle giornaliste del Sole 24 Ore Marta Cagnola e Rosalba Reggio, si apre con le parole di papa Francesco. Un “fuori sacco” davvero speciale per il pubblico del Festival come lo definisce il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini leggendolo sul palco: “Sono lieto di potervi raggiungere con un messaggio in occasione del XIX Edizione del Festival dell’Economia di Trento, durante il quale sarete chiamati a interrogarvi su alcuni temi a me particolarmente cari, che richiedono una riflessione comune e responsabile da parte di tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’umanità”. Così il messaggio di Bergoglio che apre l’evento arricchito dal dialogo tra il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura (che ha dato l’addio alla manifestazione) e Lavinia Biagiotti Cigna, imprenditrice e stilista, presidente e ceo di Biagiotti Group.
L’inaugurazione della 19esima edizione del Festival dello Scoiattolo, intitolata “QUO VADIS? I dilemmi del nostro tempo”, prosegue con gli interventi delle diverse realtà che compongono la squadra che rende possibile questa manifestazione, organizzata dal Gruppo 24 ORE e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma di Trento e in collaborazione con il Comune di Trento e l’Università di Trento.
“Questa straordinaria manifestazione sta dimostrando già nel primo giorno quanto interesse c’è da parte del pubblico. Una macchina organizzativa di grande efficacia ma soprattutto perché eventi e relatori sono centrati rispetto alle domande che tutti si fanno: istituzioni nazionali e locali, operatori economici, cittadini. Non è solo il Festival dell’economia di Trento ma dell’Italia, un evento che ha visione europea e internazionale”, afferma Edoardo Garrone, presidente del Gruppo 24 ORE.
Il presidente della Provincia autonoma di Trento riflette sul messaggio del Santo Padre. Tra i cinque premi Nobel presenti a questo Festival ce ne sono due per la pace, ragiona il presidente. Dunque, la speranza è che in un momento difficile come quello attuale dal dibattito possano uscire elementi importanti, per capire nel concreto quali strade percorrere per arrivare a soluzioni sui conflitti. Dal punto di vista del pubblico, continua il presidente della Provincia, la presenza importante emersa già nel primo giorno testimonia che il Festival continua a crescere. Un’ambizione - quello dello sviluppo futuro della manifestazione - che il Trentino condivide volentieri con tutti coloro che amano il Festival: un evento diventato di riferimento a livello nazionale, per la sua capacità di essere centrato sul dialogo tra relatori e pubblico.
Il rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian si ricollega al messaggio di papa Francesco: “Anche dal mondo universitario che cerca di studiare i fenomeni e preparare le nuove generazioni al futuro è richiesto un approccio basato sull’umiltà. Il Festival è un’arena di dibattito, una grandissima occasione per crescere e porre almeno le domande giuste. Come ateneo cerchiamo nella nostra attività quotidiana e nella partecipazione al Festival di contribuire a dare strumenti alle nuove generazioni che affrontano un futuro incerto. Se per un imprenditore non è facile programmare a cinque anni, è ancora più difficile per un ventenne vivere non sapendo cosa ha davanti”.
“È bellissimo ritrovarsi in questa cornice per il terzo anno consecutivo, in un crescendo di popolarità e attenzione delle generazioni. Più che un festival è diventata una festa, lo dico vedendo tante persone curiose e interessate nelle vie di Trento. In poche righe il papa ha tratteggiato il perimetro delle discussioni, la crisi dei valori, gli ideali tiepidi, un periodo in cui l’unica certezza è l’incertezza. Davanti a tutto questo che cos’è il Festival dell’economia di Trento? Un dialogo intergenerazionale in cui c’è un flusso di scambio continuo tra giovani e chi ha maggiore esperienza e un confronto per affrontare i dilemmi del nostro tempo”, così Mirja Cartia d’Asero, amministratrice delegata del Gruppo 24 ORE.
La nostra città - queste le parole del sindaco di Trento - vive del dualismo tra staticità e movimento, tra la permanenza di edifici e infrastrutture da una parte e la vitalità delle persone dall’altra. Il movimento è rappresentato dalle occasioni di incontro e condivisione rappresentate per esempio dalla Capitale europea del volontariato e anche del Festival dell’economia. C’è un’altra polarità o meglio un’altra alleanza che rappresenta bene Trento: quella tra naturale e artificiale perché, come suggerisce l’architetto Carlo Ratti, la città del futuro deve essere concepita come un organismo che risponde in tempo reale alle esigenze delle persone e dell’ambiente, conclude nel suo messaggio il primo cittadino.
“Forte di numeri straordinari, 300 eventi e più di 900 ospiti, è un festival che ha assunto una dimensione davvero importante e che trae linfa dalle sue origini - le parole di Maurizio Rossini, amministratore delegato di Trentino marketing -. La kermesse infatti nasce per aprirsi, per offrire momenti di confronto all’Italia e al mondo. In questo solco continuiamo a lavorare. Motivo di soddisfazione è vedere quanti giovani hanno partecipato ai dibattiti nella prima giornata. È un messaggio positivo: dobbiamo valorizzare le idee, le intelligenze e ‘trattenere’ quelle energie che spesso i nostri giovani sono costretti a portare fuori dal nostro Paese con risultati straordinari”.
Nella seconda parte dell’inaugurazione il dialogo tra il cardinal Ravasi e Lavinia Biagiotti Cigna. “Il sapere è passione, un elemento che deve entrare nella ricerca del vero” afferma l’alto prelato, che riflette sul senso del “Quo vadis”, la risposta di Cristo a Pietro, in cui il primo apostolo si interroga sulla complessità della sua missione. Congedandosi dalla manifestazione (non parteciperà alle prossime edizioni) Ravasi salutato dall’applauso della sala lascia in dono al Festival quasi come testamento una poesia di Mario Luzi.Biagiotti racconta la sua esperienza di “terza staffettista” nell’azienda e casa di moda: “Vengo dopo mia nonna Delia, donna emancipata, rimasta orfana a 14 anni nel 1928, che avviò questa esperienza nella moda, e dopo mia madre Laura, che comprese la necessità di trasformare un atelier in qualcosa di più grande, negli anni Sessanta in cui esplose la moda italiana. Un modo di vivere che appassionò donne e uomini in tutto il mondo e che continua a farlo”.
A seguire il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini approfondisce il significato dell’edizione del Festival: un evento che serve a “seminare quella conoscenza da cui nascono la consapevolezza e la possibilità di essere protagonisti”. Infine Federico Silvestri, direttore generale Media & Business, Il Sole 24 ORE, si sofferma sul programma del FuoriFestival, con l’attenzione in particolare rivolta ai nuovi pubblici, giovani e famiglie: “Impossibile raccontare il FuoriFestival, si fa prima a viverlo con le tantissime iniziative che troverete”.
Fonte: festivaleconomia.it
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