Le speranze e i progetti per l’Italia
Rientra in scena il Recovery fund e si esulta per i risultati in Europa a favore dell’Italia. E’ stato anche l’argomento di una recente conversazione tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. Secondo il nuovo quadro finanziario pluriennale, ha detto il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni - l’Italia otterrà 172,7 miliardi di euro, di cui 81,807 miliardi sarebbero versati come aiuti a fondo perduto e 90,938 miliardi come prestiti. I soldi serviranno per intervenire sulla sanità, sul lavoro, sulla transizione verde e su quella digitale e lo strumento Ue è il Recovery e resilience facility, con una disposizione di 560 miliardi di euro. L’impegno è di presentare il Recovery plan alla Commissione Ue per ottobre, insieme alla bozza di legge di stabilità, e successivamente, secondo la proposta Ue, almeno il 60% delle sovvenzioni dovranno essere impegnate entro la fine del 2022, con un promemoria entro la fine del 2024, ha sottolineato il commissario Ue. I piani di riforma dei governi nazionali, saranno valutati dalla Commissione Ue e se sono in linea con le sfide individuate nel semestre europeo, cioè che contribuiscono a rafforzare crescita, resilienza e coesione e vanno nella direzione della transizione verde e digitale, saranno approvati. Il Recovery plan - ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis - guarda al futuro degli investimenti e vuole aiutare gli Stati a finanziare le riforme per la crescita, la coesione sociale e i problemi economici. I fondi del Recovery plan arriveranno agli Stati membri in tranche legate agli obiettivi di riforma e se gli Stati membri non rispettano le priorità stabilite dall'Ue perdono i soldi di una rata. Intanto, Paolo Savona, presidente Consob, già ministro per gli Affari europei, rimarca l’esigenza di mettere mano alla legislazione sul sistema finanziario, per intervenire con tempestività ed efficacia sui mercati, in quanto il sistema finanziario è stato costruito senza l'ipotesi Covid-19. Ma mentre si guarda al futuro, il presidente di Confindustria Bonomi, ci porta alla realtà, evidenziando come ci sia il rischio reale di una perdita di un milione di posti di lavoro, sollecitando alcuni nodi da sciogliere: l’automotive, le tasse sulle imprese, le infrastrutture, le grandi opere e il mondo dell'acciaio. Infine, chiede di liberare le risorse economiche per la crescita del Paese.
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