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Immagine del redattoreLuca Baj

Occupazione, la nota congiunta sul II trimestre 2020

L’Istat, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Inps, l’Inail e l’Anpal hanno pubblicato la nota congiunta trimestrale sulle tendenze dell’occupazione del secondo trimestre 2020. La nota tiene presente dei flussi di attivazioni, cessazioni e trasformazioni per settore di attività economica e tipologia contrattuale, gli stock delle posizioni lavorative dipendenti nelle imprese industriali e dei servizi, i flussi di attivazioni, cessazioni e trasformazioni per classe dimensionale e tipologia contrattuale. Al riguardo, nel secondo trimestre 2020 il lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro a tempo pieno) subisce un’eccezionale diminuzione sia sotto il profilo congiunturale (-11,8%) sia su base annua (- 17,0%), come conseguenza della riduzione delle ore lavorate a seguito delle notevoli problematiche create dall’emergenza sanitaria. L’andamento del quadro occupazionale si è sviluppato in una fase di forte flessione dei livelli di attività economica, con il Pil che nell’ultimo trimestre segna una diminuzione congiunturale del 12,8%. L’occupazione risulta in forte calo sia rispetto al trimestre precedente sia su base annua; il tasso di occupazione destagionalizzato è pari al 57,6% (-1,2% in tre mesi). In questo contesto, a livello congiunturale diminuisce l’occupazione dipendente in termini sia di occupati (-2,1%) sia di posizioni lavorative (-3,9%). Tra le posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo, il calo congiunturale è nell’industria in (-0,9%, -35 mila posizioni), nelle costruzioni (-0,8%, -7 mila posizioni) e, soprattutto, nei servizi (-5,5%, -462 mila posizioni). Nel secondo trimestre 2020, dai dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le assunzioni sono state 1 milione 548 mila e le cessazioni 1 milione 884 mila, entrambe in forte calo in confronto al trimestre precedente (-39,5% e -24,4%, rispettivamente). A livello tendenziale l’occupazione dipendente subisce una riduzione in termini sia di occupati (-3,4%) sia di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (-4,0%). Il lavoro indipendente, secondo la rilevazione dell’Istat, continua a diminuire sia in termini congiunturali (-101 mila occupati, -1,9%) sia su base annua (-219 mila occupati, -4,1%). Il calo tendenziale dell’occupazione (-841 mila unità, -3,6%) si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-647 mila) e alla forte crescita degli inattivi (+1 milione 310 mila). Dopo la crescita ininterrotta dal 2015, si riscontra una diminuzione congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti (-337 mila posizioni rispetto al primo trimestre 2020), dovuta all’accentuarsi del calo di quelle a tempo determinato (-383 mila in tre mesi; era -30 mila lo scorso trimestre) e al rallentamento della crescita delle posizioni a tempo indeterminato (+47 mila; era +94 mila nel primo trimestre 2020). Queste tendenze continuano ad essere influenzate dal numero di trasformazioni a tempo indeterminato (+109 mila), seppur con minore peso: l’incidenza delle trasformazioni sul totale degli ingressi a tempo indeterminato (attivazioni e trasformazioni) scende dal 23,6% del primo trimestre 2020 al 22,1% nel secondo trimestre 2020. Su base annua le posizioni lavorative a tempo indeterminato rallentano la crescita (+310 mila in un anno; era +407 mila nel primo trimestre 2020 e +527 mila nel quarto trimestre 2019). Analizzando la dinamica delle posizioni lavorative nel 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, da marzo 2020 si registra una perdita di posizioni lavorative che al 30 giugno si attesta a -578 mila posizioni, di cui solo -424 mila a termine.

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