Pil eurozona, inizia il miglioramento e il recupero
Nel secondo trimestre, l'attività economica mondiale ha subito un drastico calo a causa delle misure di contenimento della pandemia. Il commercio internazionale di merci è diminuito in volume del 12,5%, valore senza precedenti storici. Tuttavia, a giugno si è manifestato un primo segnale di inversione di tendenza (+7,6% rispetto al mese precedente). Nell'area dell'euro, nel secondo trimestre del 2020 il Pil si è contratto dell'11,8% rispetto al trimestre precedente. Il calo dell'attività economica si è diffuso a tutte le componenti della domanda, segnando il peggiore risultato degli ultimi anni: la spesa per consumi è diminuita del 12,4% e gli investimenti fissi lordi del 17%. La caduta è stata diffusa tra i paesi ma con intensità differenziate. In Germania il Pil è sceso del 9,7%, in Italia del -12,8%, in Francia del -13,8% e in Spagna del -18,5%. I dati trimestrali della contabilità nazionale, tuttavia, sintetizzano forti fluttuazioni su base mensile. La ripresa è confermata dall'andamento positivo dell'indicatore del clima economico (ESI), che si è esteso anche al mese di agosto. In particolare, la fiducia dei consumatori e delle imprese sono in miglioramento (in tutti i settori) anche se nei servizi rimane più basso. La produzione industriale ha continuato a crescere nel mese di luglio (+4,1% rispetto a giugno), anche se a ritmi inferiori rispetto al bimestre precedente. Dopo un calo congiunturale del -15,8% nel secondo trimestre, la produzione industriale segna un deciso rimbalzo nel terzo trimestre (+15,2%), per poi continuare a crescere a tassi più moderati nei due trimestri successivi (+1,4% e +1,0% rispettivamente). L'utilizzo della capacità produttiva nel settore manifatturiero è aumentato al 73% nel terzo trimestre, inferiore di circa 10% rispetto ai valori precedenti la crisi. Nell’area dell’euro, la crescita del settore manifatturiero è attesa trainare quella del Pil che aumenterebbe con una intensità significativa nel terzo trimestre (+8,2%) per poi registrare impulsi più contenuti e nel primo trimestre del 2021 (rispettivamente +2,2% e +1,5%). Considerando la media annua, nel 2020 il Pil destagionalizzato dovrebbe diminuire, nell’area Euro, dell'8,0% rispetto al 2019. Nel terzo trimestre, anche i consumi privati segnerebbero un deciso rimbalzo (+9,2%) per poi continuare a migliorare nei trimestri successivi (+2,3% e +0,9% rispettivamente). A causa dell'elevata incertezza che condizionerà le attese sia sulla domanda interna sia su quella estera il processo di recupero degli investimenti sarà graduale. Nel terzo trimestre gli investimenti fissi lordi aumenterebbero del +10,2% della produzione industriale mentre nei trimestri successivi la crescita assumerebbe valori maggiori (+3,0% e +2,3% rispettivamente). Dopo oltre quattro anni la variazione annuale dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è negativa ad agosto (-0,2%). La tendenza deflazionistica riflette la caduta dei prezzi dell'energia e il rallentamento degli aumenti dei generi alimentari, ma anche l'inflazione di fondo si è ridotta, spinta dal calo della domanda e dalla temporanea riduzione delle aliquote IVA tedesche. Inoltre, se il prezzo del Brent rimane a 43 dollari al barile e il tasso di cambio dollaro/euro è stabile a 1,18, l'inflazione oscillerà intorno allo zero nel terzo e quarto trimestre del 2020. In media, nel 2020, l'inflazione aumenterà lievemente (+0,3%). Nel primo trimestre del 2021, il tasso di crescita annuale dovrebbe assumere un livello più elevato per il ripristino delle aliquote IVA in Germania e per l’indebolimento dei tassi per effetto della caduta dei prezzi dei beni energetici.
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