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Immagine del redattoreLuca Baj

Rapporto deficit/Pil al 10,3% e in calo reddito delle famiglie

Nel secondo trimestre 2020 l’indebitamento netto delle P.A. in rapporto al Pil è stato pari al 10,3% (0,0% nello stesso trimestre del 2019). Il saldo primario delle P.A. (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -5,9% (+4,1% nel secondo trimestre del 2019). Il saldo corrente delle P.A. è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil del -6,3% (+3,3% nel secondo trimestre del 2019). Le uscite totali nel secondo trimestre 2020 sono cresciute del 6,4% rispetto al corrispondente periodo del 2019 e la loro incidenza sul Pil (pari al 60,8%) è aumentata in termini tendenziali di 13,2%. Nei primi due trimestri del 2020 la relativa incidenza è stata pari al 55,9%, in aumento di 8,5% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Le uscite correnti hanno registrato, nel secondo trimestre 2020, un aumento tendenziale del 7,1% che ha risentito della forte crescita delle prestazioni sociali in denaro (+14,3%), mentre le uscite in conto capitale si sono ridotte del 3,2%.Le entrate totali nel secondo trimestre 2020 sono diminuite in termini tendenziali dell’11,5% e la loro incidenza sul Pil è stata del 50,6%, in rialzo di 3,0% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Nei primi due trimestri dell’anno, l’incidenza delle entrate totali sul Pil è stata del 45,8%, in aumento di 1,6% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Le entrate correnti nel secondo trimestre 2020 hanno segnato, in termini tendenziali, un calo dell’11,5%, mentre quelle in conto capitale sono diminuite del 22,0%. Complessivamente, nei primi due trimestri del 2020 le P.A. hanno registrato un indebitamento netto pari al 10,0% del Pil, in deciso aumento rispetto al 3,2% del corrispondente periodo del 2019.Nei primi sei mesi del 2020, il saldo primario e il saldo corrente sul Pil, sono risultati negativi, rispettivamente al -6,3% e al -6,5%. La pressione fiscale è stata pari al 43,2%, in crescita di 1,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante la marcata riduzione delle entrate fiscali e contributive. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito del 5,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono diminuiti dell’11,5%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 18,6%, in aumento di 5,3 punti rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 5,6%, beneficiando della dinamica negativa dei prezzi. La quota di profitto delle società non finanziarie, stimata al 39,0%, è diminuita di 2,0% rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie è aumentato di 1,0 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, salendo al 22,1%, quale risultato di un calo degli investimenti meno marcato di quello del valore aggiunto. L’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è sensibilmente aumentata rispetto al secondo trimestre del 2019 per la decisa riduzione delle entrate legata alla contrazione dell’attività economica e per il consistente aumento delle uscite su cui hanno inciso le misure di sostegno introdotte per contenere gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria ed economica. Il reddito disponibile delle famiglie ha segnato, dopo il calo del primo trimestre, una contrazione marcata - seppure molto meno ampia di quella registrata dal Pil nominale - che si è tradotta in una riduzione del potere di acquisto. Il tasso di risparmio è aumentato fortemente nel secondo trimestre per la decisa contrazione della spesa per consumi finali delle famiglie.

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