top of page
Immagine del redattoreLuca Baj

Mercato immobiliare, calo domanda e recessione vicina

Il settore immobiliare è in crisi, colpito duramente dall’emergenza sanitaria. E’ proprio Nomisma a dichiararlo, con l’Osservatorio sul Mercato Immobiliare, il rapporto nel quale ha sottolineato come l’analisi congiunturale del mercato immobiliare a luglio 2020 non può prescindere da una contestualizzazione nello scenario economico di famiglie e imprese e che è reale la prospettiva di una recessione di portata rilevante. Da una parte, secondo il rapporto, la crisi economica tende a indebolire buona parte della domanda di case, che ancor più che in passato, necessiterebbe del supporto creditizio per portare a compimento le proprie intenzioni. Dall’altro lato, proprio per via della recessione in arrivo, gli istituti di credito saranno costretti a irrigidire i criteri di erogazione dei prestiti per non incorrere nuovamente in un eccesso di insoluti come già avvenuto con la precedente crisi del 2008-2009. Quindi, sostiene Nomisma, che ciò contribuirà a generare un corto circuito tra una domanda più debole del passato e più dipendente dal canale creditizio e un’offerta di credito più rigida e attenta nel selezionare i soggetti a cui erogare i finanziamenti. Infatti la società, prevede una massiccia contrazione dei mutui per l’acquisto di abitazioni, che si consoliderà nella seconda metà del 2020. Tre gli scenari previsti, uno base, uno più mite e uno più drastico. Nello scenario base, si prevede un crollo del 18% delle erogazioni di nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni nel 2020 (-12,6% nello scenario mite e -24,3% in quello drastico) di 35,3 miliardi. Nel 2021 un ulteriore crollo dell’11,5%, mentre per il 2022 ci sarebbe una ripresa del 6,4%.Per il 2020, nello scenario base, si prevede un calo complessivo di compravendite di case del 18%, a 494 mila unità, mentre nello scenario drastico si rileva -22% e quello mite un -14,1%. Nello scenario base si stima una contrazione media annua del 2,6% nel segmento abitativo, che potrebbe salire al -4,1% nell’ipotesi più drastica e scendere al -1,4% in quella più mite. Secondo la società di consulenza sarà Milano a evidenziare un andamento deflattivo più contenuto tra tutte le 13 grandi città monitorate, con il ritorno a tassi di variazione positivi già a partire dal prossimo anno nelle proiezioni dello scenario base, tornando forse a crescere già a partire dalla seconda metà dell’anno.

Comments


bottom of page