Bce: perchè non tagliare i tassi?
Aggiornamento: 7 mar
L'illusione è svanita da tempo: la BCE, a Marzo, non taglierà i tassi. E nemmeno la FED. Quali sono le ragioni di questo?
Le proiezioni della BCE sull'inflazione futura sono ancora troppo alte. Infatti, secondo i dati di febbraio, l'indice y/y si trova a 2,6%, 60 punti base sopra il target di medio termine UE, ma risente dell'effetto ribassante del mercato energetico. L'indice core, più direttamente controllabile dalla politica monetaria, si trova a 3,3%, ma scende per ora a velocità stabile. La battaglia per il Last Mile, come l'aveva definita la FED, si rivelerà più dura di quanto si pensa attualmente.
I veri indicatori di riferimento di questa fase, per la Bce come per le altre banche centrali, Fed compresa, sono però le retribuzioni. Soprattutto ora che la disoccupazione dell'area Euro è ai minimi storici (6,4%) con un’occupazione ai massimi. La Banca centrale è ben consapevole del fatto che il potere d’acquisto deve recuperare terreno, ma a scapito dei margini di profitto, molto cresciuti durante la fase di più alta inflazione. I salari negoziati, che in Eurolandia costituiscono una buona approssimazione delle pressioni derivanti dalle retribuzioni - e si proiettano nel futuro - risultavano a fine 2023 ancora in rialzo del 4,46%, dopo l’aumento del 3,09% di fine 2022. In Italia i dati sono ancora più incoraggianti: il dato di Dicembre vede un rialzo di quasi 8 punti percentuali rispetto all'anno precedente, e bisognerà continuare per questa strada se si vuole ripristinare il potere d'acquisto delle famiglie italiane.
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