Braccio di ferro: Covid-19 contro Economia
Il Covid-19 ha sferzato un attacco al cuore dell’economia e sarà ricordato nei libri di storia per molte ragioni. I Paesi, stanno cercando di correre ai ripari per frenare la seconda ondata della pandemia con nuovi lockdown, ulteriori misure ed interventi per arginare i danni economici che l’economia sta subendo, ma il rischio di mettere a dura prova il sistema economico è molto alto. Nessun settore è stato risparmiato, solo alcuni, non propriamente tradizionali, riescono a reggere con il fatturato apportando delle modalità nuove nel loro lavoro. Purtroppo, tutto ciò che sta accadendo fa rivedere le basi dell’economia con nuovi approcci alle proprie attività, che prima era impensabile pensarlo. Si parla di smart working, digitalizzazione, formazione a distanza e di altri aspetti che ci faranno modificare anche le nostre abitudini. In tutto questo il Governo italiano cerca di fare la sua parte, intervenendo di volta in volta con i conosciuti DPCM e Decreti legge per misure che impattano su consumatori e imprese. Ci sono stati i bonus, sulle bici e monopattini, sui pc e tablet e i bonus per partita iva. Ma con la nuova ondata dei contagi, in esempio della vicina Germania, l’Italia ha iniziato a inserire i Ristori, dei versamenti integrativi per quelle attività che sono costrette a chiudere o ad essere limitate per il rischio del contagio come ad esempio bar, ristoranti, palestre, alberghi, discoteche, taxi-ncc, cinema, gelaterie e pasticcerie, che arrivano direttamente sul conto corrente dall’Agenzia delle Entrate. Un modo per sostenere le attività, già in crisi dalla primavera per la prima ondata da coronavirus. A questi operatori economici interessati dalle misure restrittive introdotte dallo scorso DPCM del 24 ottobre gli viene riconosciuto un contributo a fondo perduto, soggetti che, più precisamente, alla data del 25 ottobre 2020, hanno la partita IVA attiva e hanno un’attività prevalente tra i codici ATECO riportati nell'Allegato 1 del Decreto Ristori. Il contributo a fondo perduto spetta a condizione che l'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. La platea dei beneficiari include anche le imprese con fatturato maggiore di 5 milioni di euro (con un ristoro pari al 10% del calo del fatturato). L’importo del beneficio varierà dal 100% al 400%, e comunque per un importo massimo di 150.000 euro, in funzione del settore di attività dell’esercizio. Certo non può essere la soluzione ma è un inizio. Infatti, proprio a seguito del nuovo DPCM e l’istituzione delle tre aree (rossa, arancione e gialla) e le ulteriori misure restrittive per le attività in vigore dal 6 novembre, si sta parlando di un Decreto Ristori bis, lo dice Nunzia Catalfo, ministra per il Lavoro che nelle prossime ore ci sarà un nuovo decreto Ristori con misure a fondo perduto, aggiungendo che in legge di bilancio vi saranno ulteriori misure di politica attiva e interventi sulla Naspi. Inoltre, precisa che se ci saranno ulteriori chiusure, che riguardano enti e organizzazioni non tutelate, non comprese tra le partite Iva, faremo un fondo perduto che andrà a tutelare anche quelli,mi riferisco nello specifico al terzo settore.
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