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Immagine del redattoreLuca Brivio

Crisi mar Rosso: effetti sull'economia Italiana



Gli attacchi degli Houthi alle navi cargo che passano dal Mar Rosso hanno fermato gli scambi commerciali che passano attraverso il canale di Suez. Nonostante sia ancora presto per parlare di una full scale crisis nel settore degli import/export italiani, la Banca d'Italia ha sottolineato che diversi settori italiani, in particolare per quanto riguarda l'import, dipendono in maniera forte dall'Asia, e quindi molte merci passano per quell'area: il 16 per cento del totale. Ecco i settori più colpiti.

  • Moda

L'industria della Moda, nella quale noi italiani siamo un'eccellenza mondiale, dipende per l'import in maniera forte da queste tratte. Le navi cargo sono cariche di fibre, tessuti, componenti (come le zip) che arrivano da Giappone, India e Cina e semilavorati o capi confezionati spesso del Sud est asiatico. Nel 2023, secondo le stime di Camera Nazionale della Moda Italiana, l'import della moda italiana ha superato i 50 miliardi di Euro: il principale partner commerciale è stato proprio la Cina, che ha registrato oltre 4,4 miliardi di export verso il nostro Paese. Al momento, le aziende registrano ritardi nella consegna da 15 giorni ad un mese, e i prezzi per spedire un container dai porti italiani a Shangai sono aumentati del 231%. Sul lungo andare, l'aumento dei costi dell'import potrebbe traslarsi in un aumento dei prezzi per i consumatori finali, favorendo ultreriormente l'inflazione.

  • Agroalimentare

Un'altra filiera simbolo del nostro paese, e fondamentale per il suo sostentamento, è quella dell'alimentare. Il Centro Studi Divulga ha calcolato che ciò mette a rischio 5,3 miliardi di approvigionamenti, 3 milioni di tonnellate che costituiscono il 9% di tutte le materie prime agroalimentari importate in Italia. Ecco le merci agroalimentari maggiormente importati per questo canale:

  • il 67% di tutto il riso

  • il 47% degli olii vegetali,

  • il 45% del pomodoro trasformato,

  • il 35% di e caffè

  • il 14% dei prodotti ittici,

  • l’11% della frutta a guscio

  • il 10% degli alimenti per animali

Le esportazioni nazionali messe a rischio dagli attacchi degli Houthi ammontano invece a 5,5 miliardi di euro, secondo Coldiretti.

  • Legno e arredo

Uno studio di FederLegnoArredo conferma che, anche per questo settore, le importazioni e le esportazioni che passano per il Mar Rosso non sono indifferenti: nei primi dieci mesi del 2023 le importazioni giunte in Italia passando per il canale di Suez hanno raggiunto un valore di circa 1,9 miliardi di euro, pari al 19% dell’import complessivo. Il valore dei beni esportati in transito per la medesima rotta è stato invece quantificato in 2,5 miliardi (il 15% del totale).

Il vicepresidente della società, Paolo Fantoni, commenta così la situazione per gli export: "Il problema delle merci in uscita è facile da quantificare: il costo dei noli internazionali, a patto di trovare i container, è triplicato e incide soprattutto sul prezzo di vendita finale dei mobili esportati in Medio Oriente, in Asia e Oceani". Più complesso è il tema sul fronte importazioni: «La scarsità di un qualche materiale o componente, infatti, fa scattare un aumento delle speculazioni e dell’inflazione che, al momento, sono solo parzialmente visibili – spiega Fantoni –. Per quanto riguarda il nostro settore, nel solo mese di gennaio abbiamo visto aumenti del 10-15% dei componenti derivanti dalla chimica, oltre ad alcune criticità sulla componentistica, ad esempio cerniere e parti metalliche, destinate soprattutto al settore finiture». Aumenti che potrebbero andare ad impattare sul mercato di fascia medio - bassa, aumentando i rischi di inflazione.

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