Crollo ponte Morandi: arrestati ex vertici e manager
Dopo varie indagini da parte della Guardia di Finanza, sono 6 le misure cautelari (tre sono arresti domiciliari e tre sono misure interdittive) applicate a ex vertici e alcuni degli attuali manager di Autostrade per l'Italia. Alla base ci sarebbero le accuse di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. L'applicazione delle misure deriva da indagini partite più di un anno fa, quando accadde il tragico evento del crollo del ponte Morandi.
I documenti che inchioderebbero i manager sarebbero quelli relativi ai problemi riscontrati, in termini di sicurezza, sulle barriere fonoassorbenti montate sull'intera rete autostradale: "le barriere fonoassorbenti non vennero cambiate per evitare le ingenti spese che avrebbe comportato", si legge nell'ordinanza del gip che ha disposto gli arresti domiciliari per Castellucci, Donferri e Berti e tre interdizioni di attuali dirigenti di Autostrade. "Le strutture presentavano errori di progetto che mettevano in pericolo la sicurezza degli automobilisti. La resina usata per le barriere fonoassorbenti non aveva il marchio CE ma - come ammette un indagato nelle intercettazioni- "sono incollate con il Vinavil mentre altre si sono sbragate". E' in particolare Donferri "che imposta la strategia per mettere una pezza alla errata progettazione delle strutture garantendo il massimo risparmio all'azienda che altrimenti avrebbe dovuto spendere 140 milioni di euro. Quante sono le ribaltine scese - chiede Donferri - e quanti i Comuni che hanno rotto il c...? Solo Rapallo ha rotto il c...". E poi, ridendo: "Gliele abbiamo ritirate su e ci siamo inventati il criterio della manutenzione...". In sostanza, gli inquirenti hanno contestato una frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l'inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione - obbligatoria - all'organo di vigilanza.
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