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Immagine del redattoreLuca Baj

Debiti commerciali, quasi tutti i ministeri pagano in ritardo

Con precisione sono 10 i ministeri su 12 totali che secondo l’Ufficio studi della CGIA non pagano i propri debiti alle date concordate. Il ritardo viola le disposizioni previste dalla Direttiva europea1 e in moltissimi casi sta peggiorando lo score registrato nel biennio precedente e conferma un trend che assegna la maglia nera in Europa alla Pubblica Amministrazione italiana. I peggiori sono Interno e Difesa sono i dicasteri peggiori che hanno saldato le fatture ricevute con un ritardo medio di oltre 62 giorni (Interno) e oltre 36 (Difesa). Anche lo Sviluppo Economico non è da meno, con quasi 28 giorni e il Ministero delle Infrastrutture con quasi 27. Gli unici dicasteri che hanno anticipato il saldo fattura rispetto alle scadenze previste dalla legge sono il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca (-7,27) e gli Affari Esteri (-20,34). In Italia, ricorda l’Ufficio studi della CGIA, il volume d’affari che ruota attorno alle commesse di tutta la PA ammonta complessivamente a circa 140 miliardi di euro all’anno e il numero delle imprese fornitrici si aggirano attorno un milione. Al Sud, la situazione rimane molto più difficile, esempi come il Comune di Salerno ha liquidato i propri fornitori con 360 giorni medi di ritardo, il Comune di Napoli con 314, il Comune di Lecce con 85, il Comune di Avellino con 69, il Comune di Reggio Calabria con 653, l’Asl Napoli 1 Centro con 53, l’Asl di Benevento con 52, il Comune dell’Aquila con 51, il Comune di Catania e la Regione Campania entrambe con 48 e il Comune di Palermo con 31. Anche il Comune di Torino è un ritardatario, raggiungendo +145 giorni. Le principali cause che hanno originato a questa cattiva abitudine sono: mancanza di liquidità da parte della PA; ritardi intenzionali; inefficienza delle PA; contestazioni nella liquidazione delle fatture.

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