Efficentamento energetico: prevista una forte crescita negli investimenti
L'osservatorio Energy&Strategy del Politecnico di Milano ha pubblicato l'Energy Efficiency Report, un documento che identifica quale siala situazione italiana per quanto riguarda gli obiettivi di efficentamento energetico dell'UE.
In breve, secondo i dati del report, l'Italia si trova in una situazione peculiare, in cui i consumi energetici sono in linea di massima bassi, ma non scendono agli stessi ritmi di quelli europei, sia a causa del poco investimento privato, sia per l'inefficienza dell'attuale legislazione. Questo fatto è sottolineato dai dati Eurostat della densità energetica dei vari settori: le residenze e le industrie italiane consumano meno energia per milione di fatturato rispetto alla media europea (8% e 15% in meno rispettivamente), e anche la densità energetica nazionale (energia/pil) è dell'11% più bassa rispetto alla media europea. Questo potrebbe essere dovuto anche al clima più caldo del nostro Paese, che ci permette di consumare meno per quanto riguarda i riscaldamenti. Drammatica è invece la lentezza del nostro Paese nell'efficientamento energetico: mentre in 8 anni (2013-2021) gli altri Paesi hanno ridotto in media la densità energetica del 14,5%, lo Stivale l'ha ridotta solo del 4,8%. Ciò non è da considerarsi positivo, dato anche il fatto che, entro il 2030, le emissioni dovranno calare del 55% (rispetto al 1990).
Per quanto riguarda gli investimenti, le tendenze sono tuttavia molto positive: dal 2020 al 2022 abbiamo avuto quasi un raddoppio di denaro investito nell'efficientamento energetico: da 7,33 a 12,79 mld, e entro il 2030 si prevede che investiremo oltre 40 miliardi all'anno in tecnologie di efficientamento energetico.
Gli investimenti più importanti a livello economico sono gli interventi sugli edifici residenziali (>60%): caldaie a condensazione, pannelli fotovoltaici e solari termici, condizionatori più efficienti, pompe di calore, lampadine che consumano meno e building automation. Oltre a questo, molti capitali saranno versati anche in favore della decarbonizzazione del terziario, che oggi ha alta densità energetica rispetto al resto d'europa a causa anche del forte turismo che caratterizza il nostro paese, che pur portando grossi capitali all'interno causa anche forti emissioni. Gli investimenti su di esso sono anch'essi previsti in forte crescita: nel 2030, oltre 8 miliardi di euro all'anno saranno investiti in milgioramenti energetici nel settore. Fanalino di coda è il settore industriale, che per necessità operative non può azzerare completamente le proprie emissioni: al 2030, solo il 5% degli investimenti in efficientamento energetico andrà a finire in questo segmento.
Nonostante l'enorme quantità di denaro investita, anche a causa della crescita economica si prevede una diminuizione lenta e quasi nulla dei consumi energetici: passeremo dalle attuali 74800 ktep all'anno a 71500 ktep nel 2030.
Concludendo, dai dati che il report ci mostra, qui riassunti, è possibile affermare che abbassare i consumi per il nostro Paese non sarà un'impresa facile. C'è ancora molto da fare, e i capitali da reperire sono enormi.
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