Euro digitale: pro e contro per banche, cittadini e politica monetaria
La commissione europea ha avviato la seconda fase del progetto Euro Digitale, che porterebbe alla BCE la possibilità di emettere valuta su un sistema informatico, riportando a sè una parte della sovranità monetaria. È un'idea tutta italiana, proveniente dall'attuale governatore della banca d'Italia Fabio Panetta, ma il sistema bancario trema all'idea di una realizzazione del progetto.
Un wallet digitale
L'Euro Digitale sarebbe una valuta digitale che ogni cittadino potrebbe acquistare dal proprio conto bancario, e da conservare in un portafoglio digitale (Wallet) associato ad una persona fisica. Questi wallet avrebbero la possibilità di scambiare denaro l'uno con l'altro in maniera rapida e gratuita, inoltre potrebbero avere caratteristiche più avanzate del sistema attuale: ad esempio, la possibilità di pianificare i pagamenti o di avere servizi specifici.
L'euro digitale potrebbe indebolire il sistema bancario?
L'impatto dovrebbe essere limitato dal limite di deposito totale del digital wallet, per il quale si pensa una cifra di circa 3.000€. Le banche naturalmente non sono d'accordo: il margine di interesse sta diventando un driver importante per esse, in particolare in Italia, dove i depositi sui conti correnti superano il trilione di euro, e naturalmente si trova nel loro interesse mantenere questi depositi remunerativi. L'introduzione dell'euro digital potrebbe togliere una parte di questi depositi al mondo privato, riducendo così il ricavato della banca stessa. Mediobanca stima infatti che, nello scenario peggiore, gli utili delle banche potrebbero scendere del 20%.
Cosa cambierebbe i consumatori?
Il vantaggio più grande, per il consumatore, è che per evitare un esodo dai conti correnti all'euro digitale le banche dovranno tornare ad offrire tassi di interesse competitivi anche sui depositi non vincolati. Se si parlasse di un tasso d'interesse passivo netto pari al 2%, in Italia, ad esempio, oltre 20 miliardi di euro all'anno potrebbero rientrare nelle tasche delle famiglie italiane. Un altro vantaggio per consumatori e imprese sarebbe l'eliminazione delle commissioni sui bonifici: le transazioni fra wallet digitali funzionerebbero infatti in modo simile a quelle di crypto, con commissione pari a zero, e a tale standard dovrebbero adeguarsi col tempo anche le banche.
Una politica monetaria più efficace
Il problema più grande a livello di politica monetaria, in un sistema di moneta digitale totalmente privata, ovvero emessa dalle banche, è la lenta trasmissione delle politiche monetarie (distribuzione e ritiro del circolante e cambiamenti del tasso di interesse). Questo è stato uno dei grandi problemi che la BCE ha dovuto affrontare, e che ha causato più rallentamenti nella lotta all'inflazione, come già ripetuto più volte alle conferenze stampa della BCE dalla presidente Von Der Leyen. Un sistema di moneta misto, in cui viene introdotta una limitata componente di moneta digitale pubblica, ovvero emessa direttamente dalla banca centrale, potrebbe portare ad una trasmissione più rapida della politica monetaria. Ad esempio, in un periodo di bassa inflazione, il sistema dell'euro digitale potrebbe incoraggiare gli investimenti introducendo tassi d'interesse negativi. Al contrario, in un periodo di alta inflazione come quello che abbiamo attraversato, potrebbe essere introdotto un interesse positivo che incoraggi il risparmio; questa possibilità è tuttavia piuttosto remota perchè potrebbe causare importanti perdite di liquidità al sistema bancario.
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