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Daniel Piscitelli

L’era dell’Intelligenza Artificiale nella Consulenza: un Futuro Ibrido di Innovazione e Collaborazione Umana

Guido Politi - Collitude


Nell’ultimo decennio, il panorama della consulenza ha subito una metamorfosi radicale, spesso invisibile ai più. Tra le pieghe di questa evoluzione, l’Intelligenza Artificiale (IA) si è insinuata, rivelandosi non solo uno strumento ausiliario ma il vero protagonista di una rivoluzione silenziosa ma profonda. Un recente articolo nella newsletter di novembre 2023 del Centro Studi JLC ha messo in luce questo fenomeno, dimostrando con preponderante evidenza come l’IA stia ridefinendo i contorni e le prospettive del settore della consulenza. Ma c’è un dettaglio che rende l’analisi ancor più straordinaria: l’articolo stesso è frutto dell’intelligenza di una macchina, un esemplare pionieristico della scrittura generata da IA.

La genesi di tale articolo segna un punto di svolta, testimoniando l’avanzamento tecnologico e le capacità sempre più sofisticate delle IA nel comprendere, elaborare e produrre testi che, fino a poco tempo fa, sarebbero stati considerati dominio esclusivo dell’intelletto umano. Nel delineare il futuro della consulenza, sottolineo (Io Guido Politi di Collitude o la IA?) come l’IA stessa non si limiti più a essere uno strumento passivo ma assuma un ruolo attivo nella creazione di contenuti e nella definizione di strategie consulenziali.

Il report di PwC, citato nell’articolo, proietta che entro il 2030 l’IA potrebbe contribuire fino a 15,7 trilioni di dollari all’economia globale, un numero che riflette l’enorme potenziale di questa tecnologia. La capacità dell’IA di processare volumi di dati senza precedenti, di apprendere da schemi complessi e di fornire previsioni accurate è diventata indispensabile per affrontare le sfide del mercato moderno. Ma la questione cruciale sollevata dall’articolo – e amplificata dalla sua origine IA – è: come dovrebbero adattarsi consulenti e professionisti di fronte a questa ondata di innovazione guidata dalle macchine?

La risposta sembra risiedere nella capacità umana di integrare l’IA come uno strumento complementare, piuttosto che vederla come un sostituto. La collaborazione sinergica tra consulenti umani e IA promette di sbloccare nuove frontiere di efficienza, precisione e personalizzazione nei servizi di consulenza. Anche le grandi società di consulenza utilizzano l’Intelligenza Artificiale (AI) per migliorare i loro servizi di consulenza, che vanno dalla gestione del rischio all’automazione dei processi aziendali, fino alla stimolazione dell’innovazione e della crescita attraverso l’analisi avanzata dei dati.

Ad esempio c’è chi tra le big four ha sviluppato, un approccio che integra l’AI, l’analisi dei dati e l’automazione per potenziare le persone e i processi. Utilizzando questo approccio, la società collabora con i suoi clienti per implementare soluzioni AI e servizi corretti che accelerano il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Chi ad esempio si concentra sull’AI per il controllo e la gestione del rischio. Utilizzando tecnologie avanzate di analisi dei dati e di intelligenza artificiale che aiuta le aziende a identificare e mitigare i rischi attraverso l’analisi dei dati in tempo reale e l’implementazione di sistemi di monitoraggio automatizzati. Infine chi ha investito nell’Intelligenza Artificiale Generativa per stimolare l’innovazione e la crescita. Utilizzando algoritmi avanzati di AI la società in questione sviluppa soluzioni personalizzate per i suoi clienti, basate sull’analisi approfondita dei dati.

Anche noi abbiamo intrapreso questo percorso innovativo integrando l’IA nei processi basilari del business da oltre un anno. Questa strategia ha permesso di ottenere risultati notevoli in termini di efficienza operativa. L’adozione dell’IA per l’automazione di compiti ripetitivi e l’analisi di grandi volumi di dati ha reso possibile una gestione più agile e precisa delle operazioni di base, liberando risorse umane per compiti di maggiore valore aggiunto. Il successo di questa strategia si riflette in una riduzione dei tempi di elaborazione, un incremento nella precisione delle analisi e, in ultima analisi, una maggiore soddisfazione del cliente.

Tuttavia, questo nuovo paradigma richiede un impegno costante verso l’apprendimento e l’innovazione, oltre a un’acuta consapevolezza delle sfide etiche e tecniche, come la privacy dei dati e il rischio di bias nei modelli di apprendimento automatico.

Il futuro della consulenza, quindi, sembra destinato a essere ibrido, un connubio tra intelligenza umana e artificiale. L’articolo generato da IA rappresenta una prova tangibile del valore aggiunto che queste tecnologie possono portare al settore. Ma sottolinea anche l’importanza critica del tocco umano – la capacità di interpretare, valutare e agire su complessi insiemi di informazioni in modi che l’IA, per quanto avanzata, non può completamente replicare.

In conclusione, mentre ci avviciniamo al 2030, l’integrazione dell’IA nella consulenza non rappresenta solo una questione di adozione tecnologica ma anche di adattamento culturale e professionale. Consulenti e professionisti sono chiamati a riorientare le loro competenze e strategie in un mondo sempre più digitale e guidato dai dati, dove l’IA non è solo un’assistente ma una co-creatrice di valore. La sfida sta nel bilanciare l’efficienza e le capacità analitiche dell’IA con l’insostituibile intuito e creatività umana, guidando così questa rivoluzione in modo responsabile e sostenibile. Il futuro della consulenza è luminoso, promettente e, senza dubbio, ibrido.

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