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Immagine del redattoreLuca Baj

La guerra dello Streaming

Qualche settimana fa indicai le aziende che offrono servizi streaming come possibili hedge contro la pandemia, difatti se in autunno staremo più tempo a casa, il mercato dello streaming ne risentirà positivamente, tuttavia già da prima della pandemia era in atto un' incessante crescita del settore e sopratutto una vera e propria "Guerra", Netflix è la leader indiscussa ma Amazon è entrata prepotentemente nel settore con Prime Video, Disney ha lanciamo Disney Plus, AT&T con HBO è un ulteriore competitor, Apple e Alphabet (con YouTube) sono colossi che stanno entrando nel mercato.

La competizione si farà sempre più aggressiva anche Hulu, Fox, CBS si sono mosse sul mercato.

La guerra vede due schieramenti contrapposti, le migliori aziende tech al mondo come Amazon, Netflix hanno un management preparato e un vantaggio competitivo a livello tecnologico, tuttavia avendo poco materiale originale storico hanno dovuto lavorare sulla creazione dei contenuti aumentando anno dopo anno le spese.

Dall'altra parte giganti storici come Disney e HBO non hanno questo problema ma presentano piattaforme con un forte ritardo tecnologico rispetto alla concorrenza.


Netflix

Netflix viene da una trimestrale difficile, per rispettare le stime di crescita degli analisti ha bisogno di una costante crescita degli iscritti.

Le produzioni programmate per questa estate sono state spostate a inizio 2021 e ciò potrebbe ulteriormente spingere il numero degli abbonati invernali, il mercato non è ancora saturo e gli utili sono visti in forte crescita, sarà fondamentale per l'azienda espandersi nei mercati emergenti e riuscire a monetizzare gli abbonamenti in modo più efficiente.

Netflix viene considerata un' azienda che brucia la liquidità, infatti ha dovuto incessantemente spendere e reinvestire i profitti oltre a produrre ulteriore debito, tuttavia il bilancio non mostra evidenti criticità, la crescita appare sostenibile, aumenta il debito ma a pari passo la cassa, gli utili sono visti in forte crescita, l'azienda infatti è ancora in fase espansiva, non è ancora giunta ad una sorta di maturità nella quale può permettersi un taglio di investimenti e costi operativi.


DISNEY

il dominio di Netflix ha iniziato ad essere messo in discussione dall'annuncio di Disney plus.

Nel suo primo anno ha realizzato ben 60 milioni di abbonati esibendo il suo arsenale storico (Marvel, Star Wars, Toy story, oltre ai celeberrimi classici Disney) ma proponendo poco materiale originale; questa formula è almeno inizialmente perfetta, l'abbonamento è di soli 7$, ma gran parte della vastissima gamma di film e cartoni è costata 0$ mentre la rivale deve ogni anno investire costantemente denaro per avere materiale di qualità.

Benché appunto la qualità del servizio sia stratosferica e i costi prossimi allo 0, Disney per continuare ad avere nuovi iscritti senza perdere gli attuali dovrà implementare il materiale originale.

L'azienda ha attraversato un anno di crisi, e per chi cerca un investimento positivamente correlato con l'aumento dei lockdown non troverà qua un porto sicuro, infatti Disney possiede parchi a tema che hanno conseguito perdite ingenti e il suo business è punito dalla pandemia.


AMAZON

Amazon sta entrando in diversi segmenti, nello streaming non ha tradito le attese, il servizio costa 8,99$ al mese, e da benefici per altri servizi dell'azienda.

L'idea di prime video non è quella di diventare una Seconda Netflix, ma i segmenti di espansione sono addirittura più ampi, e ricorda molto di più l'avvento di Sky a fine anni '90, serie tv, film, documentari ma anche un dirompente ingresso nel mondo dello sport.

Amazon viaggia in borsa a multipli alti, ed è pressoché impossibile stimare gli utili a 5 anni, tuttavia a questi prezzi folli (è valutata quasi 2 mila miliardi di dollari) è ancora da comprare, le stime considerano che l'azienda sia in grado di generare 66 miliardi di utile nel 2024, cifre che però anno dopo anno vengono costantemente aggiornate al rialzo; e il settore streaming, residuale, si stima riesca da solo a generare da solo ben 10 miliardi di utile.


AT&T

Il gigante americano ha lanciato negli anni numerosi servizi di streaming senza successo e ora vuole concentrare le energie su HBO, forse il servizio streaming più costoso (14,99$) che tuttavia offre una sterminata gamma di serie tv celeberrime su tutte il Trono di Spade, I Soprano,The New Pope, e nuovi film di successo come Joker e Aquaman; anche in questo caso i margini sono alti perché il materiale era già ottimo, l'alto costo del servizio streaming evidenzia come l'offerta punta tutto su una clientela magari di nicchia ma ben disposta a pagare cifre superiori.

AT&T è in crisi da anni, il colosso delle comunicazioni è penalizzato in borsa, il debito di 152 miliardi è considerevole ma sostenibile, dato che è coperto dal 29% dall'operative cash flow.

inoltre pesano sulla quotazione le recenti acquisizioni, secondo il mercato pagate oltre il vero valore reale, Direct tv è stata pagata 48 miliardi e Time Warner ben 85 miliardi, prezzi altissimi ma l'ultima acquisizione era vitale per entrare nel settore dello streaming e nel lungo periodo dovrebbe ripagare l'esborso.

L'azienda quota 18 volte gli utili attuali e 9 volte gli utili del 2023, ha un prezzo decisamente interessante, ma finché il management si ostinerà a distribuire un dividendo così alto senza ridurre il debito e a continuare ad usare una leva finanziaria eccessiva, AT&T sarà percepita come rischiosa.


LA VINCITRICE?


AT&T ha un prezzo interessantissimo, Amazon è solo marginalmente legata allo streaming ma rimane un'azione da avere in portafoglio, tuttavia per la qualità del servizio, lo sviluppo tecnologico, la resilienza e stabilità del numero degli abbonati Netflix emerge come la vincitrice, è l'azienda migliore, il prezzo dell'azione è alto ma ha ancora forti margini di crescita.


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