La rivoluzione della generatività sostenibile
"Un futuro sostenibile dopo la pandemia passa attraverso la rivoluzione della generatività sostenibile, ovvero un nuovo modo di pensare e di agire personale e collettivo per creare una società più giusta non solo nell'immediato ma nel lungo periodo, per lasciare alle future generazioni un modello di sviluppo e di crescita sostenibile dal punto di vista sociale ed ambientale. Difronte alle difficoltà di un mondo complesso e ai cambiamenti climatici sempre più pesanti come si può reagire? Quali sono le azioni da mettere in campo? Quali riflessioni vanno fatte su un sistema economico che punta alla massimizzazione del profitto?
Questioni aperte e dibattute dal ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, da Leonardo Becchetti, docente di economia all'Università Tor Vergata di Roma, da Luigino Bruni docente all'Università Lumsa e dalla filosofa Tiziana Andina dell'Università di Torino coordinati da padre Enzo Fortunato, francescano, ideatore del Manifesto di Assisi. Ad aprire il confronto è stato uno studente di agraria, Damiano, 23 anni, invitato a leggere una sua lettera inviata a padre Enzo che si è presentato in sala con una pianta di farro nella sua zolla di terra. La terra, il lavoro dell'uomo, la tutela dell'ambiente ("io, una mosca bianca contro le coltivazioni intensive in Pianura Padana") sono stati alcuni temi proposti dalla sua riflessione che si è conclusa con un interrogativo: "Cosa posso fare io per cambiare le cose nel mio piccolo senza essere crocefisso?". La prima risposta è arrivata dal ministro D'Incà che, dopo aver ricordato il difficile periodo del Covid 19 con i provvedimenti assunti dal governo per limitare le conseguenze della pandemia, ha parlato delle opportunità ("uniche, mai avute prima") che derivano dal Pnrr con un investimento di spesa di 235 miliardi per oltre 500 obiettivi e 23 riforme in atto o di prossima attuazione: "Nonostante tutto il sistema Paese ha funzionato, ma dopo la pandemia abbiamo un problema di sostenibilità dei valori e l'economia circolare diventa l'elemento portante nella ricostruzione del nostro rapporto con la sostenibilità" ha affermato il ministro citando come esempio i 600 milioni di euro destinati a nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti. Alla "provocazione di papa Francesco", come l'ha definita padre Enzo, che ha affidato ai giovani under 35 il progetto "The economy of Francesco" (in programma ad Assisi dal 22 al 24 settembre prossimi) per un cambiamento radicale dell'economia ha risposto il professor Bruni auspicando una maggior presenza di donne e di giovani in qualità di relatori al prossimo Festival dell'Economia di Trento.
"Ci voleva una guerra per farci capire che è necessario cambiare seriamente il modello di sviluppo? Che abbiamo bisogno di gas, di petrolio e di carbone e che siamo così schiavi della Russia? Il nostro modello - ha proseguito Bruni - è costruito sul mondo animale che si muove e si sposta, mentre le piante, che restano ferme nel loro spazio, devono imparare a convivere tra di loro: impariamo da loro. Non abbiamo molto tempo per il nostro pianeta: l'economia deve lasciare spazio ad una visione cooperativistica dove si impara a guardarsi all'interno di un ecosistema. E ai giovani dico: parlate di più, con più energia. Abbiamo di fronte un nuovo '68, non quello contro la chiesa e l'ancien régime ma quello di ora, con al vostro fianco il papa".
Difronte ad una situazione ambientale ed economica drammatica "il potere forte del mercato siamo noi perché, come dico, votiamo con il portafoglio" ha esordito il professore Becchetti. Il suo pensiero l'ha esplicitato poi attraverso le scelte che i consumatori possono fare per essere i veri protagonisti del cambiamento attraverso gli acquisti di prodotti che hanno un impatto sociale più alto direttamente dai produttori o del commercio equo e solidale, la scelta di comunità energetiche in un mercato di cittadini-produttori, "cose che non costano di più e possiamo fare direttamente dal divano di casa". Partecipazione, cittadinanza attiva, rispetto dell'ambiente e maggiore dignità al lavoro sono gli elementi primari per una "sostenibilità sociale ed ambientale, una rivoluzione della generatività sostenibile che genera la felicità. Per fare questo dobbiamo partire da noi, il voto con il portafoglio - ha concluso Becchetti - è la leva del cambiamento". La docente di filosofia Andina non solo ha parlato dei nuovi dottorati destinati alla sostenibilità ambientale in trenta università italiane, ma ha ricordato tra le altre cose l'esortazione apostolica di Francesco con l'Evangelii Gaudium ed ha invitato ad "accettare la sfida del tempo per metterlo al centro della nostra attenzione per le generazioni che verranno. Dobbiamo ripensare i fondamenti sulla base della sostenibilità per creare una società più giusta non solo oggi ma nel lungo periodo".
fonte: ufficio stampa festival
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