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Immagine del redattoreLuca Baj

Le comunità che progettano il futuro grazie all'educazione

Si è dibattuto oggi alla Fondazione Franco Demarchi sul ruolo della formazione e dell’aggregazione per la circolazione del sapere e per la promozione della partecipazione attiva dell’adulto nella comunità educante.

Sull’importanza d’investire nell’apprendimento permanente per una crescita culturale e personale è intervenuto Francesco Florenzano, presidente UNIEDA - Unione italiana di Educazione degli Adulti. In Trentino l’esperienza dell’Università della terza età e del tempo disponibile UTETD è supportata dalle amministrazioni comunali, soprattutto in un’ottica di investimento in termini di prevenzione sociale e sanitaria anche se, in termini educativi, il modello portato avanti dalla Fondazione Demarchi si definisce soprattutto attraverso un percorso culturale, che offre l’opportunità di acquisire strumenti per vivere con consapevolezza il proprio tempo, in una prospettiva di crescita personale, civica e sociale.

L’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Provincia autonoma di Trento Stefania Segnana, ha sottolineato come la pandemia abbia limitato le relazioni, lo stare insieme. La parte della comunità più colpita è stata quella degli anziani: "Ora - sono state le sue parole - abbiamo bisogno di tornare ad una normalità fatta di incontri in presenza, creando una rete territoriale di cui fa parte anche l’Università della terza età che, grazie al suo essere capillare sul territorio, in 80 sedi, può coinvolgere ed avere un compito importante di socializzazione.”

In apertura Federico Samaden, presidente della Fondazione Franco Demarchi ha spiegato come l’esperienza UTETD è importante per la Fondazione, per valorizzare l’esperienza umana di tutti i frequentanti, vero capitale umano con cui costruire il futuro: “Noi lavoriamo per accompagnare i territori nella loro crescita, soprattutto attraverso la definizione e lo sviluppo di comunità educanti.”

Entrando nel merito del confronto, moderato dalla vice-presidente della Fondazione Demarchi Francesca Gennai, il presidente UNIEDA Francesco Florenzano ha illustrato per quale motivo oggi sia importante investire nell’apprendimento permanente in considerazione di otto punti chiave: “L’invecchiamento della popolazione (23%), lo svecchiamento (9 anni in più), l’invecchiamento attivo (a partire da 50 anni), l’analfabetismo funzionale (28% grave) che incide sul futuro, la diffusione delle fake news ((57% notizie di cronaca e politica), analfabetismo digitale (63% fascia 15-65 anni), sempre più solitudine (55% italiani senza amici), pregiudizio verso la vecchiaia e i vulnerabili.” Sempre Florenzano ha poi illustrato gli obiettivi dell’apprendimento e della cultura (la soddisfazione di vita, la gestione dello stress, la riduzione di utilizzo dei farmaci, la felicità, ecc…), la differenza tra formazione formale, non formale e informale e di come l’apprendimento permanente sia essenziale per l’autonomia culturale e la crescita personale: “Rispetto alle raccomandazioni europee del 2018 sull’obbligo degli Stati membri di lavorare sullo sviluppo delle competenze chiave - tra cui figurano quelle digitali, personali/sociali, di cittadinanza e di consapevolezza – l’Italia è agli ultimi posti dopo la Spagna”. Su questo è intervenuta la giornalista spagnola della rivista “ElEconomista.es” Noelia Garcia, spiegando come in Spagna, in seguito al Covid, le persone più anziane hanno avuto un’accelerazione rispetto al digitale, soprattutto grazie alla nascita di un movimento che rivendica un diritto ad avere una formazione specifica e a progetti che mettono in relazione i giovani, con poche risorse economiche e bisognosi di un alloggio, con gli anziani, in grado di offrire ospitalità e competenza domestiche in cambio, in un’ottica di circolazione del sapere, di una formazione digitale.

Rispetto al contesto territoriale trentino Chiara Maule, assessora con delega in materia di politiche sociali, familiari ed abitative Comune di Trento, ha sottolineato come Trento stia investendo sulla popolazione anziana: “Puntiamo sulla relazione e sulla socialità poiché le comunità esistono grazie a loro. Saper intercettare gli anziani, metterli in rete per mantenerli soprattutto attivi, per la nostra amministrazione comunale significa investire sulla salute. Dobbiamo fare un lavoro sociale e sanitario sinergico. Per il bene della comunità è fondamentale che la rete sociale si inneschi con la rete sanitaria.” Su questo aspetto è intervenuta anche Katia Fortarel, sindaca del Comune di Civezzano spiegando come per un’amministrazione di un comune piccolo sia necessario rivolgersi all’esterno e, in questo, all’esperienza della Fondazione Franco Demarchi: “L’UTETD per i comuni è un investimento a lungo termine, soprattutto perché porta ad una diminuzione dei rischi che altrimenti il Comune dovrebbe gestire (sanitario, sociale e di benessere).”

Laura Antonacci, responsabile area UTETD Fondazione Franco Demarchi, ha spiegato come l’UTETD è un servizio di educazione degli adulti accessibile a tutti, nato nel 1979, finalizzato alla presa di coscienza e all’autonomia della persona: “L’Università della terza età per l’80% è femminile. Le donne nel tempo si sono riscattate da una condizione del passato dove la formazione era una prerogativa maschile. Hanno trovato una loro collocazione nella famiglia e nella società e hanno acquisito una consapevolezza del proprio valore.” Nell’illustrare le caratteristiche del modello UTETD ha sottolineato come sia un sistema condiviso, in grado di condividere un progetto comune: “Soprattutto nelle periferie stiamo costruendo la vera innovazione, dove i frequentati contribuiscono a definire il loro percorso formativo, portando avanti una costruzione partecipata del percorso formativo.”


 

fonte: ufficio stampa festival

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