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Immagine del redattoreGiuseppe Politi

Lombardia, Industria e artigianato in tenuta nel 2023

Nell’ultimo trimestre 2023 il comparto manifatturiero lombardo segna una crescita grazie a un quadro economico generale meno negativo.

I rischi geopolitici che minacciano il flusso degli scambi commerciali internazionali con i recenti problemi legati al Canale di Suez uniti al perdurare della crisi industriale tedesca e agli alti tassi d’interesse non intaccano il comparto manifatturiero che mostra una lieve crescita congiunturale della produzione industriale (+0,4%) ed artigiana (+0,7%). Grazie ai risultati di fine anno, il 2023 può essere considerato un anno in positivo con una media annua in aumento rispetto al precedente, sia per l’industria (+0,2%) che per l’artigianato (+1,8%). Migliora anche il clima di fiducia caratterizzato però da incertezza, evidenziata dall’aumento delle quote di imprenditori che non si aspettano variazioni di rilievo per produzione, fatturato e ordini. Tra i settori più performanti nel 2023 quello dell’abbigliamento (+5,5% la media annua) i mezzi di trasporto (+5,4%), l’alimentare (+2,2%), la meccanica (+1,3%) e il pelli-calzature (+0,7%). Praticamente stazionari il legno-mobilio (+0,1%) e i minerali non metalliferi (-0,1%) legati perlopiù all’edilizia. In difficoltà invece il settore tessile -7,1%, la siderurgia (-4,8%), la carta-stampa (-3,0%), la gomma-plastica (-2,6%) e, meno intensamente, la chimica (-1,3%). 

Si attenua la dinamica rialzista dei prezzi, sia per le materie prime che per i prodotti finiti, ma ancora non cedono terreno. Grazie a flussi di ordini che non si sono interrotti, le giornate di produzione assicurata dal portafoglio restano ai massimi livelli. 

“Il sistema lombardo si conferma più forte del contesto negativo internazionale. Le nostre imprese si stanno dimostrando ancora una volta capaci di resistere alle criticità dettate dagli scenari globali: come Regione siamo e saremo costantemente al loro fianco” ha commentato Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia.

Il dato saliente è rappresentato dal fatto che nel quarto trimestre 2023 la produzione manifatturiera ha recuperato in parte il rallentamento registrato nel trimestre estivo” - ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia - Questo risultato, del tutto inaspettato alla luce degli effetti negativi di un quadro geopolitico critico, unito ad un avvio d’anno positivo ha consentito una crescita moderata sull’intero anno e ci lascia ben sperare per il 2024”.

"Influenze negative globali ci hanno rallentati ma non fermati. Grazie alle nostre imprese rimaniamo ottimisti” ha aggiunto Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia – “Noi facciamo tutto quello che dobbiamo fare; adesso la BCE abbassi i tassi di interesse e l'Europa torni a sostenere chi, come la Lombardia, produce".

“Nonostante l’andamento piatto di fine anno i dati economici lombardi del 2023 sono da considerare positivamente, in particolare per l’aumento del fatturato e degli ordini esteri. Il 2024 si apre però con due minacce alla crescita: l’instabilità nel Mar Rosso e la crisi industriale della Germania ha chiosato Francesco Buzzella, Presidente di Confindustria Lombardia - La Lombardia, infatti, è legata a doppio filo al sistema produttivo tedesco, sistema penalizzato – a favore di USA e Cina – dalla perdita delle fonti energetiche a basso costo e dalla maggiore spinta verso la decarbonizzazione del sistema industriale. Se non vuole seguire la parabola tedesca la Lombardia dovrà trovare una sua strada per la crescita, strada che inevitabilmente passa dalla diversificazione energetica e dal contrasto all’ideologia oggi dominante in UE che mira a deindustrializzare l’Europa”.

«L’artigianato fa registrare performance positive, con segnali ancora incoraggianti soprattutto per il segmento 10-49 addetti. La flessibilità è senza dubbio un elemento che contribuisce a spiegare la differenza rispetto alle prestazioni dell’industria, con una maggior duttilità delle piccole imprese ad adattarsi alle evoluzioni di mercato e agli scossoni degli scenari internazionali. Tale incertezza porta alla contrazione degli investimenti, che è l’elemento che più ci preoccupa, guardando al futuro, soprattutto in un’ottica d’integrazione di nuove soluzioni tecnologicamente avanzate. Naturalmente, i due universi – quello dell’industria e dell’artigianato – non possono essere scissi, nella lunga catena delle forniture, pertanto il nostro primo auspicio è che si torni a crescere con un certo vigore, sostenuti da un ritrovato equilibrio internazionale, della Germania in primis» ha concluso Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia.

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