Mezzogiorno, innovare con progetti e iniziative grazie alle risorse pubbliche
Le Regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), classificate come meno sviluppate secondo i criteri europei, avranno a disposizione negli anni a venire circa 210 miliardi di euro di risorse pubbliche. Risorse rese disponibili in gran parte dal Recovery Plan (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ma anche da altre fonti: i fondi strutturali 2021-2027 nazionali e regionali, ovvero quelli destinati allo sviluppo rurale (Feasr) oltre che il Fondo sociale (Fse) e il Fondo per lo sviluppo regionale (Fesr); il Fondo sviluppo e coesione (fino al 2032); e la quota della programmazione 2014-2020 che l’Italia deve spendere entro il 2023. Una somma considerevole che potrà permettere di rilanciare l’economia del Mezzogiorno e avvicinarsi ai ritmi di sviluppo del resto del Paese. Le due direttrici lungo le quali deve avvenire questo passo in avanti restano l’innovazione digitale e l’attenzione al fattore ambientale e sostenibile. Nel contesto di rinascita “digitale” del Mezzogiorno, si inserisce la Casa delle tecnologie emergenti di Matera (CteMt). Il progetto del Ministero dello Sviluppo economico, con la multinazionale informatica Ernst and Young, vede la Città dei Sassi diventare centro di riferimento internazionale per l’applicazione in ambito urbano delle cosiddette Tecnologie emergenti: Intelligenza artificiale (AI), Blockchain, Internet delle Cose (IoT) e 5G, declinate per portare innovazione nella filiera delle industrie culturali e creative, nella gestione del patrimonio culturale e ambientale, nei settori dei servizi e del turismo sostenibili. Obiettivo principale del progetto è l’attuazione di programmi di accesso delle imprese ai laboratori per sperimentare le tecnologie messe a disposizione e realizzare nuovi prodotti e servizi. Uno strumento atto ad aumentare la competitività e favorire la nascita di nuove competenze e nuove imprese. Il progetto prenderà forma concretamente, con i primi laboratori attivi, già nelle prossime settimane. Matera è stata Capitale europea della Cultura 2019 e ora, con questo nuovo Centro, ha l’ambizione di diventare un polo tecnologico di riferimento per il Sud Italia. Un altro intervento rilevante atto a modernizzare le Regioni del Sud Italia è l’iniziativa di Invitalia. “Bravo Innovation Hub Agrifood” è il nuovo programma di accelerazione promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del PON Imprese e competitività 2014-2020, e realizzato da Invitalia in collaborazione con Tree, Future Food, Sud Speed Up, Talent Garden Milano e CETMA. L’obiettivo è “accelerare l’ingresso nel mercato di startup e nuove imprese in grado di offrire soluzioni innovative nell’intera filiera agroalimentare”, come ad esempio: agricoltura 4.0, agricoltura intelligente e di precisione; tecnologie idroponiche, smart kitchen; sistemi per il monitoraggio delle colture. Possono presentare domanda le società con le seguenti caratteristiche: iscritte al registro delle imprese dal primo gennaio 2017; di piccola dimensione; con sede operativa nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Le imprese selezionate possono partecipare così gratuitamente al programma di accelerazione, avere spazi di lavoro, usufruire di percorsi di formazione, di iniziative di business matching e open innovation, partecipare a importanti fiere di settore e avere un luogo per la sperimentazione e i test delle soluzioni tecnologiche proposte. Le domande per partecipare devono essere inviate entro il 21 luglio 2021. Infine, è da segnalare un progetto siciliano creato per fornire le competenze digitali alle donne, categoria che ha difficilmente accesso al settore informatico e in particolare al profilo di sviluppatore software. Si tratta della nuova edizione di “Coding Women Sicily”, il progetto di Edgemony che rientra nel percorso “Coding Bootcamp”: un corso in programmazione informatica promosso dall’hub tecnologico di Palermo, in partnership con Microsoft Italia. Il corso intensivo in Sicilia è volto a promuovere e sostenere la diversità e l’inclusione nell’industria tech e digitale, ridurre il gender gap e favorire l’occupazione femminile nel settore tecnologico. Sono disponibili anche borse di studio. Come viene evidenziato nella mission del progetto, “il progresso tecnologico ha subito un’accelerazione mai vista prima: in Europa, si contano circa 500.000 software developer mancanti solo nel 2020; in Italia, quasi 135 mila. Tra meno di 5 anni si stimano 149 milioni di posti di lavoro disponibili in ambito Tech. Eppure solo 1 developer su 10 è donna”. Un progetto importante, con prospettive future molto ambiziose, che si inserisce nel quadro di una alfabetizzazione informatica dei cittadini del Sud Italia, che porterà inevitabilmente a una forte accelerazione verso un Sud più digitale.
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