Oro e dedollarizzazione, acquisti record della Banca Centrale cinese
Da anni omai le banche centrali dei paesi del gruppo BRICS parlano di dedollarizzazione, e ad Agosto abbiamo visto i primi segnali di essa, grazie alla promessa della New Developement Bank, la banca dei BRICS, di creare un'unica valuta che possa concorrere al dollaro. Lo scopo sarebbe quello di rimuovere la sovranità monetaria al dollaro, che per decenni ha controllato l'economia mondiale.
Il World Gold Council ha pubblicato un report sul terzo trimestre del 2023, nel quale è emerso che le Banche Centrali di alcuni paesi stanno acquistando importanti quantità d'oro, per poter dare valore alla propria valuta, e diversificare gli investimenti in un periodo così instabile. I numeri parlano chiaro: secondo il report sopracitato, gli acquisti delle banche centrali nel terzo trimestre 2023 sono arrivati all'importante cifra di 337 tonnellate, seconda solo agli acquisti del terzo trimestre 2022. La cifra annuale (y-t-d) è invece più alta che mai: 800 tonnellate.
Anche il prezzo dell'oro, storicamente in forte crescita, è decisamente aumentato nell'ultimo mese: siamo passati dai 56,06 €/gr del 3 novembre ad una quotazione odierna di oltre 60€/gr, un aumento di più del 7% che per un bene rifugio è da considerare molto importante.
Potrebbe sembrare strano che in un periodo con rendimenti così alti le banche statali investano in oro: dopotutto l'oro non stacca cedole, e sembrerebbe ingenuo investire in un bene rifugio fisico in questo periodo. Vediamo la situazione della domanda per comprendere meglio questa situazione.
Da una parte è possibile notware che le compagnie che gestiscono ETF sull'oro hanno venduto oltre 170 tonnellate dello stesso, segno che l'oro è considerato poco conveniente da mantenere come asset a breve termine, dall'altra è rimasta pressochè stabile la domanda di lingotti e monete da investimento, spinta dall'inflazione che porta i privati a investire in v rifugio. Infine la domanda relativa al mondo della gioielleria ha visto un lieve calo (-2%), causata dalla brusca diminuizione globale del potere d'acquisto delle famiglie seguita al picco inflazionistico degli ultimi anni.
Nel settore pubblico sono invece tre i principali importatori di oro: Cina, Polonia e Singapore. Ma è la prima delle tre che ha sconvolto di più i mercati: la quotazione dell'oro in Cina è infatti ben 70$/oncia più alta di quella americana, fatto dovuto principalmente agli acquisti della Banca Popolare Cinese (la banca centrale del Paese), che in tre trimestri ha accumulato oltre 150 tonnellate d'oro nelle proprie cassaforti. Non è una novità che la Cina acquisti grosse quantità di oro: lo aveva già fatto più volte in passato, tanto che in poco più di 20 anni le riserve auree del Paese sono aumentate dalle 395.01 tonnellate del 2000 alle 2113.46 tonnellate del terzo quadrimestre del 2023.
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