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Immagine del redattoreLuca Baj

Pil Italia, tra prospettive economiche e crescita

La pandemia sta generando molta tensione tra i diversi attori, politici e istituzionali, della società italiana. Da una parte i sindacati che richiedono maggiori tutele per i lavoratori, da un’altra il sistema confindustriale che lamenta il poco coinvolgimento delle imprese, ritenendo gli indennizzi non in linea con le esigenze aziendali. Intanto, a fare la fotografia sulla situazione italiana è Mauro Pisu, senior economist dell’Ocse, il quale per il Belpaese, sostiene che è prevista una caduta del Pil del 9,1% quest’anno, a cui farà seguito un rimbalzo del 4,3% nel 2021. L'economista Ocse precisa anche come il debito è un problema di molti Paesi e che ci vorranno tre anni per recuperare il Pil perso col Covid. Per il debito pubblico, l’economista dichiara che quello italiano è alto ma sostenibile grazie ai bassi costi di finanziamento e cancellarlo minerebbe la credibilità della Banca centrale europea. Inoltre, aggiunge che con il Recovery fund italiano ci sono tre priorità: infrastrutture, energia, digitale. Invece l’Istat, nel 2020 prevede un calo del Pil dell’8,9%, mentre nel 2021 una crescita del 4,0%. Analogamente ai principali partner europei, per l’Italia si prevede una ripresa modesta nel 2021. Secondo l’istituto di statistica, in quest’anno la caduta del Pil sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna che segna -7,5%, mentre anche l’apporto della domanda estera risulterebbe negativa generando un più modesto -1,2 punti percentuali. Nel 2021, però il contributo della domanda interna tornerebbe positivo segnando un +3,8%, cosi come quello della domanda estera netta a +0,3%. Nel biennio di previsione del Pil, l’evoluzione della spesa delle famiglie e delle ISP e quella degli investimenti registrerebbero una forte contrazione nel 2020, -10,0% la spesa delle famiglie e -10,1% delle ISP (Istituzioni sociali private al servizio delle famiglie che comprendono i produttori privati di beni e servizi come associazioni culturali, sportive, fondazioni, partiti politici, sindacati ed enti religiosi) con un incremento, rispettivamente, del 4,5% e del 6,2% nel 2021. La spesa delle Pubbliche Amministrazioni aumenterebbe con intensità differenziate nei due anni (+2,0% e +0,1%). L’evoluzione dell’input del lavoro, misurato in termini di ULA (unità di lavoro a tempo pieno), seguirebbe quella del Pil, che vede anch’esso un’ampia riduzione nel 2020 (-10,0%) e una ripresa parziale nel 2021 (+3,6%). L’andamento del mercato del lavoro risentirebbe del processo di ricomposizione tra disoccupati e inattivi oltre che della progressiva normalizzazione dei provvedimenti a sostegno dell’occupazione. Nel 2020, il tasso di disoccupazione diminuirebbe al 9,4% per poi tornare a crescere nel 2021 fino a raggiungere l’11,0%. L’andamento del paniere della spesa delle famiglie residenti si prevede che rimanga stabile nell’anno corrente per poi mostrare una moderata crescita nel 2021 del +0,6%. L’attuale quadro di previsione è purtroppo fortemente condizionato dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria e dalla disponibilità e dalla tempistica di somministrazione del vaccino. Infine, la definizione delle misure legate al Recovery and Resilience Facility Program potrebbero rappresentare un ulteriore e robusto stimolo agli investimenti.

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