Quote 102 e 103, troppi i pensionamenti
Le misure pensionistiche introdotte in Italia, note come “Quote”, sono state oggetto di attenzione sia a livello nazionale che europeo per il loro impatto sulla spesa pensionistica. La “Quota 100”, introdotta dal governo Conte nel 2019, ha permesso a oltre 435.000 lavoratori di andare in pensione anticipata. Tuttavia, questa tendenza ha portato a un aumento della spesa pensionistica di quasi 70 miliardi di euro in sei anni.
Dopo l’introduzione di “Quota 100”, il governo Draghi ha rallentato il processo con “Quota 102” e “Quota 103”, riducendo il numero di pensionamenti anticipati. Nonostante ciò, le pensioni anticipate erogate nel 2022 sono state oltre 260.400, mentre nel 2023 sono diminuite a 227.639. Questo rallentamento non ha impedito l’aumento della spesa previdenziale, che continua a essere influenzata dalle misure di pensionamento anticipato e dall’indicizzazione dei trattamenti all’inflazione.
La Ragioneria Generale dello Stato ha espresso preoccupazione per le continue deroghe alla legge Fornero, che hanno contribuito all’aumento della spesa pensionistica. Si prevede che dal 2029 in poi, la spesa pensionistica sul PIL aumenterà significativamente, raggiungendo un picco del 17% nel 2040. Questo scenario mette in evidenza la necessità di riforme per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico italiano.
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