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Immagine del redattoreLuca Brivio

Terrore recessione: prospettive economiche


Negli ultimi mesi si è spesso parlato di una possibile recessione, prevista ad ottobre. Ecco i dati economici che ci permettono di trattarne.

Partiamo dall'argomento più discusso dell'anno: l’inflazione. Sebbene l’indice YoY che compara i prezzi di oggi a quelli di un anno fa sia ancora alto (6,7%), si è prevista, da maggio a giugno, un’inflazione pari allo 0%, secondo la metodologia di calcolo Istat, e 0,1%, secondo la metodologia di calcolo UE (HICP) e i prezzi di beni e servizi, a confronto di quelli di dicembre, sono saliti soltanto dello 0,9% (Istat) - 0,8% (HICP), con un trend molto meno aggressivo rispetto all’anno scorso.

Questa stabilizzazione e, in alcuni settori, riduzione dei prezzi è causata anche dalla forte discesa dei prezzi delle materie prime a livello globale: rispetto a un anno fa, il carbone è sceso del 12%, il ferro del 4%, la soia del 4,9%, il grano del 21,5%, il mais del 24,6%, Brent, Gasolio e Benzina di più del 25%, mentre il gas si attesta intorno ai 30-40€/MW, in confronto ai massimi 2022 di oltre 300€/MW.

Il mercato azionistico resta fiducioso: Il FTSE MIB è vicino ai massimi dal 2008, spinto anche dall’inflazione in ribasso negli USA (3%), anche se i membri della FED, per ora, non intendono abbassare i tassi, attualmente posizionati fra il 5 e il 5,25%. I tassi BCE sono leggermente più bassi: il tasso di riferimento si attesta al 4%.

Per quanto riguarda i titoli di stato, essi si trovano fra due forze opposte: da una parte, la BCE alzerà i tassi ancora a Luglio, dall’altra, la FED potrebbe considerare di abbassarli, o almeno così spera il mercato.

Anche la disoccupazione (7,6% a maggio) è in ribasso rispetto ad aprile (7,8%), in concorrenza con l’aumento degli occupati a lungo termine, previsto a +1,2% nel corso dell’anno 2023 e +1% nel 2024.

Se la Germania è entrata in recessione nel 4° trimestre 2022 (-0,5%) e nel 1° trimestre 2023 (-0,3%), lo ha fatto a causa di una contrazione della spesa delle famiglie (1,2%) e dell’aumento dei costi dei debiti privati, molto più difffusi che in Italia: il tasso di indebitamento privato tedesco è molto più alto di quello italiano, che è in contrazione, anche se gli ultimi dati ufficiali [Trading Economics] risalgono purtroppo al 2021. Contribuiscono anche il settore automobilistico, in contrazione per il taglio agli incentivi statali, e soprattutto la riduzione della spesa pubblica (-4,9%).

Se per gli altri paesi la recessione è uno scenario possibile, e non è da escludere anche per il Bel Paese, i dati ISTAT danno tuttavia previsioni più ottimistiche riguardo alla crescita (+1,2% nel 2023); come nel resto del mondo, tuttavia, il PIL prodotto dal settore manifatturiero sarà soppiantato dal settore dei servizi, e ci saranno differenze fra settore e settore per quanto riguarda la crescita, dipendenti soprattutto dalle mutevoli condizioni del mercato globale.

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