Salva Casa: le novità del decreto
Il recente emendamento al decreto Salva casa, votato il 15 luglio 2024, introduce importanti modifiche ai requisiti di abitabilità delle abitazioni in Italia. Tra le principali novità, vi è la riduzione dell'altezza minima delle abitazioni da 2,70 metri a 2,40 metri. Inoltre, i monolocali potranno avere una superficie minima di 20 metri quadri per una persona, mentre i bilocali potranno scendere fino a 28 metri quadri per due persone. Queste modifiche rappresentano un superamento delle norme datate 1975, considerate anacronistiche dai professionisti del settore.
Il decreto introduce anche semplificazioni significative per i cambi di destinazione d'uso degli immobili. Saranno considerati cambi di destinazione senza opere quelli che rientrano nell'edilizia libera e saranno ammessi sia con che senza opere. In aggiunta, i cambi di destinazione di primi piani e seminterrati saranno possibili, purché consentiti dalla legislazione regionale. Queste misure mirano a facilitare la riqualificazione urbana e l'ottimizzazione degli spazi abitativi nelle città italiane.
Nonostante le aspettative di una riforma organica dei requisiti di abitabilità, il decreto prevede che il progettista responsabile possa asseverare la conformità del progetto alle norme igienico-sanitarie in determinate eccezioni. Ciò include locali con altezze inferiori ai 2,70 metri e superfici ridotte, a condizione che gli interventi di recupero migliorino le condizioni igienico-sanitarie degli immobili. Queste deroghe mirano a rendere più flessibile e adattabile l'utilizzo degli spazi abitativi.
Infine, il decreto introduce norme a favore delle zone colpite dalla catastrofe del Vajont del 1963 e semplificazioni per il recupero dei sottotetti, anche quando non sia possibile rispettare le distanze minime tra edifici. Con l'approvazione finale attesa entro la fine di luglio, queste misure rappresentano un passo importante verso la modernizzazione delle normative edilizie italiane, sebbene non manchino critiche da parte dell'opposizione che teme un peggioramento delle condizioni di vivibilità.
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