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Immagine del redattoreLuca Baj

Settore cultura, lavoro per circa un milione e mezzo di persone

Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia. Da qui il titolo del rapporto Io sono cultura, e grazie alla loro forte relazione con la manifattura hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo, il made in Italy. Oggi, ad un anno e mezzo dallo scoppio della pandemia e in piena fase di ricostruzione e ripartenza, le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza. Ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creative-driven. Ossia quella manifattura che ha saputo incorporare professionisti e competenze culturali e creative nei processi produttivi, traducendo la bellezza in oggetti e portando il made in Italy nel mondo. Bellezza e cultura, quindi, sono parte del DNA italiano e sono alla base delle ricette made in Italy per la fuoriuscita dalle crisi. Io sono cultura annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. I numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori della nostra economia e lo studio propone numeri e storie ed è realizzato grazie al contributo di molte personalità di punta nei diversi settori. Il rapporto quest’anno, arrivato all’undicesima edizione, è realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne SRL insieme a Regione Marche e Credito Sportivo ed è stato presentato con il ministro della Cultura, Dario Franceschini, il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, il Presidente Unioncamere, Andrea Prete, il direttore della Fondazione Symbola, Domenico Sturabotti con i saluti dell’Assessore alla Cultura Regione Marche, Giorgia Latini. Ha moderato i lavori Paola Pierotti architetto, giornalista PPAN. “Il 2020 è stato un anno di grandi difficoltà per le attività culturali e creative – dichiara Andrea Prete, presidente di Unioncamere - con una perdita del -8,1%. Da 11 anni Unioncamere realizza insieme agli altri partner il Rapporto sulle industrie culturali e creative, un’esperienza unica ed uno strumento utile per impostare le politiche dedicate a questo settore. Che, per il suo altissimo apporto all’economia del Paese, merita la massima attenzione da parte di tutti i soggetti che possono contribuire alla sua ripresa e al suo sviluppo, tra i quali le Camere di commercio”.


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