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Immagine del redattoreLuca Baj

Terza emissione del BTP Futura. A sostegno della ripresa economica e della campagna vaccinale

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica i risultati della terza emissione del BTP Futura, con scadenza a 16 anni, dedicato al finanziamento delle misure a sostegno della ripresa economica dalla pandemia del Covid-19 e le spese relative alla campagna vaccinale. Per il titolo, che ha godimento 27 aprile 2021 e scadenza 27 aprile 2037, è fissata la serie dei tassi cedolari annui nominali definitivi, pagati su base semestrale, pari rispettivamente a 0,75% per i primi quattro anni, 1,20% per i successivi quattro anni, 1,65% per i successivi quattro e 2% per i restanti quattro anni di vita del titolo. Il regolamento dell’operazione si terrà lo stesso giorno del godimento del titolo.


L’importo emesso è stato pari a 5.477,083 milioni di euro e coincide con il controvalore complessivo dei contratti di acquisto validamente conclusi alla pari sul MOT (il Mercato Telematico delle Obbligazioni e Titoli di Stato di Borsa Italiana) attraverso le due banche dealer Intesa Sanpaolo S.p.A. e Unicredit S.p.A. durante il periodo di collocamento, che è iniziato il giorno 19 aprile 2021 e si è concluso alle ore 13 della giornata odierna, supportato anche dalle due banche co-dealer Banca Akros S.p.A. e Banca Sella Holding S.p.A.


In particolare, nelle cinque giornate di collocamento sono stati conclusi 132.296 contratti con un taglio medio di 41.400,22 euro.


La domanda è stata molto sostenuta il primo giorno sia per controvalore che per numero di contratti, registrando poi un fisiologico calo nel corso delle successive giornate di contrattazione.

Durante il periodo di collocamento, dei 132.296 contratti conclusi sul MOT (il Mercato Telematico delle Obbligazioni e Titoli di Stato di Borsa Italiana) circa il 60 per cento è stato di importo inferiore ai 20.000 euro, mentre se si considerano i contratti fino a 50.000 euro, si arriva circa all’86 per cento del totale.


Sebbene le modalità di emissione non consentano di avere dati puntuali sulle caratteristiche degli investitori, dalle informazioni raccolte dai Dealer, Co-Dealer ed altri intermediari, si può desumere che la partecipazione di investitori retail sia stata prevalente rispetto a quella del private banking (con una quota di rispettivamente 57 per cento e 43 per cento). All’interno della quota sottoscritta da investitori retail, si stima che circa il 66 per cento abbia inoltrato l’ordine attraverso le filiali delle reti bancarie (sia recandosi fisicamente in filiale sia inoltrando l’ordine a distanza), mentre circa il 34 per cento attraverso l'home banking.


Per quanto riguarda la ripartizione geografica degli ordini ricevuti, la quasi totalità degli ordini è risultata provenire da investitori domestici (circa il 97%).



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