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Immagine del redattoreLuca Baj

Volontariato sanitario, serve un coordinamento nazionale

“L’ impatto del volontariato nella centralità del paziente: cosa cambia con la pandemia”. Dopo due anni in cui il Covid ha cambiato profondamente la società ne hanno discusso Francesco Schittulli, senologo, chirurgo e presidente nazionale della Lega italiana per la lotta contro i tumori,.Giovanni Leonardi, segretario generale del ministero della Salute con Michele Andreaus, professore al dipartimento di stato, economia e management, Università di Trento e Caterina Pesci, professore associato di economia aziendale Università di Trento.

Leonardi ha osservato come “il volontario nella pandemia sia stato molto impegnato, seppure in modo diverso. Ora si può recuperare la matrice iniziale del loro ruolo. Sul campo sono rimasti molti problemi, come quello delle diagnosi precoci”.

Schittulli da parte sua ha sottolineato che “il volontariato necessiti di un coordinamento nazionale del volontariato. Ci sono troppe associazioni nel ramo oncologo. Va fatta chiarezza e serve una omogeneizzazione del settore. C’è stato un impegno sovradimensionato sul Covid da parte dei media. Per quanto riguarda il cancro molte donne si sono trascurate in questi due anni per quanto riguarda il cancro. Ci sono stati 13 mila screening al seno in meno rispetto al passato. Ma ora se diagnosticato in fase iniziale, va detto, può essere curato nell’80 per cento dei casi”.

Il professor Andreaus ha notato come “durante la pandemia sia cambiato l’approccio alla sanità. Servono nuove strategie anche politiche, il Covid ha portato a galla problemi che già c’erano. In futuro, tra 20 anni, con più anziani e meno contribuenti, la sanità dovrà essere per forza di cose ripensata”.


 

Fonte: ufficio stampa festival

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