Brooks: “Il segreto per la felicità è l'infelicità”
Nella suggestiva cornice del Teatro Sociale di Trento, Arthur Brooks, professore all'Università di Harvard ha dialogato stamattina mattina con Luca Sofri, direttore Il Post, sul tema “Leadership e felicità”.
Il professor Arthur Brooks ha salutato i presenti, ringraziando quanti hanno scelto di partecipare all'incontro di prima mattina: “Sono un economista – ha spiegato in apertura - ma quello che insegno è la felicità all'Università di Harvard. Vorrei farvi capire perché tutti noi dovremo comprendere meglio la scienza della felicità per migliorare anche l'economia. La felicità viene studiata da anni. Il mio paese ad esempio, ha visto un declino della felicità. Al primo anno alla Harvard, definisco il concetto di felicità. Molti pensano che sia una sensazione, ma la felicità è molto di più: è una combinazione di tre cose essenziali: esperienza del piacere, soddisfazione e obiettivi concreti nella nostra vita. Se non diamo un senso al nostro cammino – ha sottolineato Brooks - non saremo felici. Il vero significato della felicità viene dalla sofferenza, dalla sfida, dalle difficoltà. Molti giovani oggi, si impegnano per evitare la sofferenza. Ma se non soffri non puoi gioire. Per questo possiamo dire che il segreto per la felicità è l'infelicità”.
In merito alla vita e alle abitudini quotidiane di ognuno di noi, Brooks ha precisato: “Fede o spiritualità, famiglia, amicizia e lavoro, devono essere al centro della nostra vita per ritrovare la felicità. Ma serve una fede come filosofia di vita, che sia trascendentale e bisogna praticarla ogni giorno. La famiglia è fondamentale. Ogni 6 americani, 1 non parla con alcuni componenti della propria famiglia per motivi politici, è un grande errore. L'amicizia sta diminuendo sempre di più. In America, c'è più solitudine. E' importante avere amicizie 'inutili' che non ci servono nella vita lavorativa. L'ultimo elemento è il lavoro. Non dipende da fama o soldi, ma deve premiarti per il merito e ancora di più, deve servire agli altri. Se noi riusciremo a guadagnarci il nostro successo e ad aiutare gli altri, saremo felici.
Sofri ha chiesto quindi al professor Brooks, se le cose sono diventate più difficili oggi, per raggiungere la felicità.
“C'è tanta infelicità nel mondo – ha risposto Brooks - possiamo diventare certamente individui più felici. Possiamo essere persone di successo ma non necessariamente felici. Dobbiamo chiederci realmente che cosa vogliamo. Famiglia, amici e lavoro possono aiutarci a rendere il mondo migliore. Anche i politici possono aiutarci a farlo, non distribuendo semplicemente risorse. Devono creare una società più giusta, eliminando alcune barriere”.
Soffermandosi sulla guerra tra Russia e Ucraina, Sofri ha domandato quanto è importante il ruolo di ciascuno di noi nella società. “Le persone ottengono i leader che vogliono e i leader lo sanno – precisa Brooks -, ma questo porta ad un declino della società. Il modo più normale per rompere questo ciclo implica un tempo più lungo. La scintilla che può cambiare questo ciclo è una crisi che farà mutare il paese per portarlo ad idee migliori. Purtroppo i nostri leader hanno utilizzato la pandemia per dividerci. L'ho visto a Barcellona, così come in America. Il coronavirus è stata una opportunità, ma è stata gestita male dai nostri leader. Adesso c'è questa guerra. Ovviamente non la vorrei, ma speriamo che da questa nuova crisi possa nascere qualcosa di buono per il futuro”.
Quindi le tensioni in piazza in America, ma non solo. Le persone possono avere idee diverse ma ragionare senza insultarsi? Vale anche per i politici? “Il punto non è tanto nel nemico – ha sottolineato Brooks - , ma nell'elusione dell'odio nei confronti del nemico. Amare il proprio nemico è una delle cose più trasgressive. L'identità porta a problemi seri. E' sbagliata per la nostra società perché ci separa. Dobbiamo condividere una storia. Una storia condivisa è amore condiviso. Le nostre differenze devono diventare la fonte della nostra forza.
Le diversità sono sempre distruttive se basate sull'identità. Le differenze di opinione, ci rendono invece più forti. Durante l'illuminismo si scoprì che il disaccordo porta a competizione di idee. Dobbiamo essere in disaccordo per migliorarci. Accade anche nella mia famiglia, abbiamo idee politiche diverse, ed è giusto. Io voglio sapere che cosa pensano i miei figli e loro hanno chiesto le mie ragioni. I matrimoni migliori sono quelli in cui c'è un disaccordo continuo ma anche un costante confronto. Dobbiamo amarci nonostante le differenze”.
Infine le derive che riguardano tutti. Accade ovunque? Ci sono modelli o paesi migliori? “Ci sono dei paesi che hanno situazioni migliori – aggiunge Brooks – come l'Estonia, dove c'è più unità locale. Ci sono stati anche in America, dove c'è più collaborazione. Sto vedendo molti fiori sbocciare nelle comunità locali. In ogni società il piccolo può diventare grande, con l'impegno di tutti”.
In conclusione: “L'obiettivo per tutti noi, è vivere in base ai nostri valori. Dobbiamo cercare la felicità ogni giorno dentro di noi. Ognuno di noi ha un privilegio, dobbiamo chiederci realmente che cosa vogliamo nella vita. Posso scrivere le mie priorità e poi cercare di avere un modello di vita da applicare quotidianamente. Io mi chiedo sempre: ho praticato la mia fede? Vado a messa quasi ogni giorno, ma ognuno può farsi le proprie domande. Come vi comportate con i vostri amici, ad esempio? Sono certo che queste idee vi aiuteranno a vivere meglio e più felici”.
fonte: ufficio stampa festival
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