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Immagine del redattoreLuca Baj

Il PG sul caso MPS: colpevole connivenza di Banca d'Italia e di Consob sulle operazioni in derivati


La spettacolare requisitoria del Procuratore Generale Massimo Gaballo nel giudizio di appello avanti la Corte milanese, e che si celebra nei confronti di Viola, Profumo e Salvadori, non solo conferma la fondatezza della condanna inferta in primo grado, ma ancor più è aspreamente, e giustamente, critica rispetto alla riprovevole sentenza della medesima Corte, in altra composizione, che aveva assolto il precedente management per le operazioni di finanza derivata che hanno portato alla catastrofe lo storico istituto di credito, con danni estremamente ingenti al pubblico degli investitori.

La chiara, lucida e francamente inconfutabile ricostruzione delle operazioni da parte del Procuratore hanno un risvolto anche rispetto alla decisione del primo filone, per la quale oggi è pendente ricorso per cassazione.

Ricorda il PG di come le ondivaghe risoluzioni dei consigli di amministrazione non fossero frutto di incertezza colposa, ma doloso meccanismo per il quale specifiche riflessioni, anche sotto il profilo delle responsabilità, non potranno mancare rispetto all'operato delle autorità di vigilanza per le quali, secondo l'accusa "L’ atteggiamento delle Autorità di controllo si riflette sulle deposizioni testimoniali dei loro funzionari, assolutamente inattendibili perché condizionate dalla paura di essere incriminati come concorrenti e/o citati per danni".


"Il precedente management," prosegue il Procuratore Generale"condannato in primo grado, viene assolto in appello con una sentenza a mio avviso grottesca – attualmente gravata da ricorsi per Cassazione del mio ufficio e della CONSOB - che in estrema sintesi dice che andava tutto bene anche col precedente management. Tanto sconcertante da mettere in imbarazzo le stesse difese, superando i loro più rosei auspici".

La consapevolezza della illiceità delle operazioni è confortata da un elemento che costituisce la chiara chiave di volta del processo: "Sorge però spontanea una domanda: se andava tutto bene, perché intentare cause risarcitorie miliardarie nei confronti del vecchio management e delle controparti estere NOMURA e DEUTSCHE BANK fondate proprio sul presupposto della natura di derivati? Perché patteggiare la responsabilità amministrativa di MPS sullo stesso presupposto?".


"Tutte le autorità di controllo che si sono interessate di questo problema sono state comprensibilmente estremamente prudenti nel valutare le contabilizzazioni, evitando posizioni nette che, nella loro prospettiva, avrebbero potuto avere un impatto letale sulla sopravvivenza di MPS, e quindi dell’intero sistema bancario italiano ed europeo. In altri termini hanno sempre messo le mani avanti premettendo ai loro giudizi i caveat assolutamente pretestuosi dell’ estrema complessità della materia, dell’ assenza di principi contabili specifici per queste operazioni, e della discrezionalità tecnica nella redazione dei bilanci. Si badi che sto facendo l’ipotesi più benevola, anche perché CONSOB  e BANKITALIA dovevano giustificare quello che in sentenza si definisce eufemisticamente come ”attendismo istituzionale”. Vedremo in dettaglio che si tratta invece quantomeno di colpevole connivenza. Quindi, quando finalmente si sono espresse in modo netto per la contabilizzazione a saldi chiusi sulla scorta dei risultati delle indagini penali, vuol dire che non potevano proprio farne a meno".



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