Lyxor vuole la leadership sul tema climate change: su ETFplus, i nuovi "Paris Aligned" ETF
E' una rivoluzione calata dall'alto, da evidenze che ci circondano come anche da una mentalità di massa ormai chiaramente orientata a trasformare la necessità di un mondo più sostenibile in uno stile di vita condiviso e perfino gradito. Le elezioni americane hanno ribadito il concetto eliminando (forse) una presidenza che aveva puntato troppo poco sulla svolta green a partire dal dietro front sugli accordi di Parigi. Parallelo alla corsa all'investimento contro il cambiamento climatico avanzano certo importanti interessi geopolitici, con le energie rinnovabili ormai oltremodo strategiche negli equilibri di potere di domani ( pensiamo alle leadeship cinese nel il settore delle batterie, del solare o dell'eolico solo per citare degli esempi), ma, qualsivoglia sia l'interesse istituzionale per questi settori, mai vi sono stati dubbi in merito all'entità degli sforzi da compiere per anche solo avviare questi meccanismi. Si tratta di movimentare capitali in una misura senza alcun precedente storico, e il solo modo per riuscirvi resta un cambio di mentalità nella massa affinché ogni scelta da questa compiuta, dagli investimenti finanziari ai consumi, vada a considerare il concetto di impatto ambientale. La risposta non si è fatta attendere e, in scia ai successi borsistici dei titoli green, anche gli issuer in ETF hanno deciso di rivoluzionare la propria offerta con intere gamme prodotto più attente alla rivoluzione verde, da portafogli che accompagnano verso la graduale transizione a quelle offerte che propongo un approccio esclusivo al tema. Lyxor, primario asset manager e certo tra gli emittenti in grado di puntare alla leadership sul tema, porta in questi giorni sul listino di Piazza Affari un lungo elenco di nuovi prodotti attenti al cambiamento climatico. Parte della neonata gamma ETF, che analizziamo in questo breve articolo, è costruita sui Paris Alighed Climate benchmark firmati S&P. Questi benchmark sono stati concepiti per garantire l'adeguatezza degli investimenti agli standard minimi proposti dal Final Report redatto dagli esperti dell'Unione Europea (EUTEG) per i benchmark sul clima e le comunicazioni in materia ESG. La denominazione EU PAB, peraltro presente nella nomenclatura dei comparti, segnala, per proprio la conformità ai requisiti richiesti per l'allineamento con gli accordi di Parigi. L'EUTEG non costituisce ad oggi un comparto normativo vincolante ma costituirà la base imprescindibile sulla quale la Commissione elaborerà in un futuro prossimo la normativa definitiva sul tema. In tal senso gli indici possono essere apprezzati quale pregevole veicolo d'investimento atto a riflettere il processo di transizione, tanto normativo che societario, verso un'economia con ridotte emissioni di carbonio, proponendosi quindi anche come alternativa d'investimento di medio lungo termine. Le aziende che entreranno a far parte di questi benchmark dovranno rispettare criteri tali da portare l'indice a vantare una riduzione del 50% delle emissioni di gas effetto serra rispetto al noto parent e una traiettoria di de-carbonizzazione ben definita negli anni. Ciò si traduce, a livello di quote investite, in una maggiore esposizione a società con obbiettivi scientifici ben definiti ( in grado di portare concretamente alla riduzione della emissioni), in un continuo miglioramento dell'Environmental score (a firma S&P) rilevato e in un'esposizione almeno pari a quella del parent index su quei settori con i più elevati effetti di cambiamento climatico. Si prevedono poi cap alle esposizioni su società illiquide, non diversificate o troppo esposte a riserve di combustibili fossili come pure a quelle che non diffondono i dati in merito, fino a porrre anche particolare attenzione a quelle che non soddisfano i criteri di ridotta esposizione ai rischi fisici da cambiamento climatico. A questa attenzione per i rischi fa da contraltare la contemporanea esposizione maggiore ricercata verso potenziali opportunità che derivano dalla rivoluzione in atto.
Molteplici sono poi i criteri di ottimizzazione adottati al fine di minimizzare le differenze tra la composizione degli indici green e le controparti originali (parent index) per preservarne efficienza e rappresentatività. Le quattro alternative proposte differiscono per focus geografico ma hanno in comune la struttura di replica fisica potenzialmente a campionamento, la capitalizzazione di eventuali proventi e la commissione annua onnicomprensiva, qui stimata a quota 20 punti base annui (TER 0.20%).
- Lyxor S&P 500 Paris Clima UCITS ETF A USD (LU2198883410) - denominato in USD
Benchmark S&P 500 Paris Aligned Climate TRN Index - Lyxor S&P Glob Dev Paris Clima UCITS ETF (LU2198882362) – denominato USD
Benchmark S&P Developed ex-Korea Large Mid Cap Paris Aligned Climate TRN Index - Lyxor S&P Eurozone Paris Clima UCITS ETF (LU2195226068) – denominato EUR
Benchmark S&P Eurozone Large Mid Cap Paris Aligned Climate TRN Index - Lyxor S&P Europe Paris Clima UCITS ETF A (LU2198884491) – denominato EUR
Benchmark S&P Europe Large Mid Cap Paris Aligned Climate TRN Index
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